Il Nursind Sicilia alza la voce: “Sbloccare le assunzioni o aumenterà il rischio clinico negli ospedali, con meno infermieri cresce il tasso di mortalità. Riunito il primo coordinamento regionale del 2018: “La rete ospedaliera sia degna delle necessità del territorio”.
“Il blocco delle assunzioni ha determinato un aumento del rischio clinico con conseguente carenza assistenziale. Bisogna assolutamente sbloccare le immissioni a tempo indeterminato”. È una delle richieste emerse a Caltanissetta nella prima riunione del nuovo anno del coordinamento regionale del Nursind Sicilia, il sindacato autonomo delle professioni infermieristiche.
Diverse sono state le argomentazioni portate all’ordine del giorno, a cominciare dalla sicurezza negli ospedali. “La Sicilia – ha detto Francesco Frittitta, coordinatore regionale del Nursind – si deve dotare di una rete ospedaliera degna delle esigenze del territorio che deve avere una visione di efficienza ed efficacia per i problemi di salute dei siciliani”.
Il dibattito si è incentrato poi sulla questione della rimodulazione della rete ospedaliera e sulla “necessità di sbloccare le assunzioni”, ha ribadito il vicecoordinatore Claudio Trovato. Un recente studio mondiale dimostra infatti che il rapporto tra infermieri e numero di pazienti deve essere di uno a 6. Sotto questa soglia aumenta notevolmente il rischio di errori e cala la qualità delle cure.
Tanto che negli Stati Uniti per intervenire drasticamente si è scesi fino a un infermiere ogni 5 pazienti. Invece per ogni paziente in più oltre i 6, è emerso che aumenta del 7% il tasso di mortalità in quel reparto. Al contrario l’incremento del 10% di infermieri laureati in un reparto diminuisce del 7% il tasso di mortalità.
Tra gli argomenti, discussi anche l’inserimento delle figure di supporto all’attività infermieristica e la necessità di dare la giusta dignità professionale all’interno dei processi assistenziali per quella che oggi lo stato riconosce una professione intellettuale.