Operazione “All in” della Guardia di finanza, le mani dei boss sui centri scommesse

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Con l’operazione “All in” la Guardia di finanza di Palermo ha disarticolato una struttura finanziaria criminale al servizio di cosa nostra. Un volume di gioco di circa cento milioni di euro,  a tanto ammonta il valore degli affari gestiti dall’organizzazione che grazie alla mafia aveva allargato i suoi interessi nel campo dei giochi e delle scommesse sportive.

Gli indagati, scoperti dalla Dda e dalla Guardia di finanza di Palermo, “grazie alla loro abilità imprenditoriale e ai vantaggi derivanti dalla vicinanza ai clan, hanno acquisito – dicono gli inquirenti – un numero sempre maggiore di licenze e concessioni per l’esercizio della raccolta di scommesse fino alla creazione di un impero economico”.

L’inchiesta ha fatto emergere inoltre il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata nel tessuto economico legale oggi in seria difficoltà a causa delle conseguenze derivanti dall’emergenza epidemiologica data dal Covid-19.

Una “minaccia” confermata dagli inquirenti che ricordano come il gruppo imprenditoriale indagato nell’operazione “All in” abbia acquistato nell’ultimo periodo un immobile e un’agenzia di scommesse, entrambi sequestrati, senza fare ricorso a finanziamenti bancari.