Le mani di Cosa nostra sull’ippodromo di Palermo. Gli investigatori scoprono gare truccate. Il Gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, ha disposto un provvedimento restrittivo – eseguito dai Carabinieri di Palermo – nei confronti di 9 indagati ritenuti a vario titolo responsabili di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori aggravato in concorso e frode in competizioni sportive.
L’attività d’indagine, denominata convenzionalmente ‘Corsa nostra’ “costituisce l’approfondimento di alcuni elementi investigativi acquisiti nell’operazione ‘Talea’ del dicembre 2017”. L’inchiesta ha “permesso di documentare come cosa nostra esercitasse un controllo sull’ippodromo di Palermo”, come dicono gli inquirenti.
C’è anche una giovane promessa dell’ippica siciliana tra i nove arrestati all’alba di oggi nell’ambito dell’operazione ‘Corsa nostra’ eseguita dai Carabinieri di Palermo che hanno fatto luce sugli interessi della mafia sull’ippodromo del capoluogo. I fatti sarebbero stati commessi nel 2014.
In carcere sono stati condotti: Natale Cintura, 53 anni, Massimiliano Gibbisi, 48, Giuseppe Greco, 62, Salvatore La Gala, 66, Giovanni La Rosa, 66, Giovanni Niosi, 64, Antonino Porzio, 57, Domenico Zanca, 48.
Ai domiciliari è finita Gloria Zuccaro, 38 anni. Sono stati sequestrati i cavalli ‘Ronny Alter’ della scuderia di Gloria Zuccaro e ‘Rarissima Slid sm’ e ‘Salice del Rum’ della scuderia di Giuseppe Greco.