L’operazione Maredolce 2 condotta questa mattina dalla polizia di Palermo ha rivelato che cosa nostra, nel quartiere Brancaccio, controllava tutto. E ai boss ci si rivolgeva per dirimere questioni personali e per ottenere la restituzione dei beni rubati.
Il mandamento mafioso è stato colpito con 26 ordinanze e, in particolare, la famiglia di Corso dei Mille. Gli indagati devono rispondere a vario titolo di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione aggravata, incendio, trasferimento fraudolento di valori aggravato, autoriciclaggio, detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio e contrabbando di tabacchi lavorati esteri. Il provvedimento è stato emesso dal gip su richiesta della locale Direzione distrettuale antimafia.
Dalle indagini, scattate alla fine del 2015 e andate avanti per circa due anni, è così emerso che dopo una rapina ai danni di una sala bingo sottoposta ad amministrazione controllata e al cui interno erano collocati dei videopoker di pertinenza di un’altra famiglia, Luigi Scimò e Salvatore Testa, due degli arrestati, si attivarono per rintracciare gli autori del colpo, che avevano agito evidentemente senza la preventiva autorizzazione dei referenti territoriali dell’organizzazione mafiosa.
I due furono costretti a restituire il bottino dopo un “breve processo sommario”. C’è poi il caso del furto di uno scooter di Pietro Di Marzo, uno degli arrestati. Sfruttando le proprie conoscenze sul territorio, Di Marzo riuscì a individuare il ladro e costrinse i suoi genitori ad acquistare uno scooter simile per poi farselo cedere a titolo gratuito. Ovviamente senza che del furto fosse presentata alcuna denuncia.
Ecco i nomi degli indagati nell’operazione Maredolce 2. In carcere sono finiti: Luigi Scimò, 56 anni, Salvatore Testa, 57 anni, Giuseppe Di Fatta, nato in Germania, 49 anni, Salvatore Giordano, 54 anni, Patrizio e Aldo Militello, di 41 e 46 anni, Giovanni De Simone, 57 anni, Pietro Di Marzo, 30 anni, Girolamo Castiglione, 65 anni, Stefano e Gioacchino Micalizzi, 57 e 32 anni, Vincenzo Machì di 57 anni.
Gli, arresti domiciliari sono stati disposti per Lorenzo Mineo, 59 anni, Filippo Maria Picone, 67 anni, Francesco Salerno, 49 anni, Enrico Urso, 35 anni, Santo Licausi, 36 anni, Paolo Leto, 28 anni, Gaetano Li Causi, 29 anni, Caterina Feliciotti, 34 anni, Paolo Rovetto, 25 anni, Pietro Rovetto, 44 anni.
Divieto di dimora per Giovanna D’Angelo, 53 anni, Pietro Mendola, 47 anni, Anna Gumina, 50 anni.