Operazione Vinegar della Guardia di finanza, truffa all’Ue, 22 denunciati

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Operazione Vinegar della Guardia di finanza, scoperta una truffa sui finanziamenti Ue concessi dall’assessorato all’Agricoltura. Gli uomini delle fiamme gialle hanno  sequestrato 450mila euro al Consorzio agrario di Palermo Scarl, al suo ex rappresentante legale, T.G., residente nel capoluogo siciliano, e ad altre società e persone fisiche.

Il provvedimento, emesso dal gip, rientra nell’ambito di una inchiesta della Procura di Palermo dalla quale scaturisce l’operazione Vinegar, che vede 22 denunce e che ha riguardato la realizzazione di due progetti denominati: “Aceto salutistico siciliano” (Asasi) e “Andromeda”, entrambi ricadenti dell’ambito del Programma di sviluppo rurale (Psr) Sicilia 2007/2013 con la misura 124, finalizzata al sostegno a progetti di cooperazione per il trasferimento, verifica e collaudo dell’innovazione nelle imprese agricole.

Il progetto “Asasi” avrebbe dovuto realizzare una speciale tipologia di aceto, mentre “Andromeda” consisteva nella creazione di un prototipo sperimentale per la produzione di energia elettrica e termica attraverso un cogeneratore diesel da alimentare con olio vegetale puro. Il valore complessivo delle iniziative ammonta a un milione e 673mila euro, a valere sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, sul bilancio nazionale e sul bilancio regionale siciliano.

Secondo gli inquirenti i partner responsabili delle attività avrebbero utilizzato preventivi “artefatti” o “di comodo” nella fase progettuale con l’obiettivo di “pilotare l’affidamento dei servizi a imprese riconducibili a essi stessi. “Attraverso budget di spesa gonfiati ad hoc i partner coinvolti sono riusciti non solo ad assicurarsi l’affidamento dei vari servizi e forniture, ma hanno anche massimizzato l’ammontare dei contributi percepibili”, spiegano gli investigatori.

Anche la fase realizzativa dei progetti ha visto sovrafatturazioni nella fornitura dei servizi amministrativi, del materiale, delle attività di divulgazione e nella realizzazione dei prototipi. Nel caso del progetto “Asasi”, che prevedeva l’acquisto di normale vino da trasformare successivamente in aceto mediante l’aggiunta di sostanze speciali, è stato acquistato direttamente aceto al quale sono state aggiunti polifenoli.

Attraverso fatture false relative a costi “mai sostenuti”, oltre all’ottenimento dei rimborsi indebiti, è stato abbattuto il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette e dell’Iva e le somme transitate sui conti correnti dei fornitori tornavano al pagatore attraverso “prestiti infruttiferi” o attraverso il pagamento di assegni bancari incassati dopo circa due anni dal termine delle attività progettuali o dopo i controlli.

Il valore della truffa, quantificato dalla guardia di finanza, è di 311.363 euro, per quanto riguarda i finanziamenti pubblici ottenuti, e di 134.818 euro sul fronte della presunta frode fiscale.