Leoluca Orlando sfida la magistratura ad indagarlo per la sua scelta di non applicare il decreto sicurezza a Palermo. “Cerco disperatamente un giudice che impugni i miei provvedimenti, se c’è qualcuno disposto a fare ciò, lo faccia. Questo mi consentirebbe di sollevare in quella sede l’anticostituzionalità del decreto alla Corte Costituzionale. Se c’è qualche magistrato che vuole farlo perché si pensa che io abbia commesso un reato, per favore mi indaghi”.
Così il sindaco di Palermo torna a bomba sulla polemica con il ministro dell’Interno Matteo Salvini intervenendo ai microfoni di Radio Cusano Campus. “Il presidente della Regione Toscana si è già schierato con me e oggi riunisce la giunta per deliberare l’impugnazione delle norme – continua Orlando -. Finalmente avremo un giudice che potrà valutare la vicenda. Sono talmente eversivo che chiedo un giudice per verificare l’anticostituzionalità della legge”.
Ma non c’è soltanto Salvini nel mirino di Orlando. Nel corso del suo intervento il sindaco di Palermo ha avuto parole di fuoco anche per il ministro delle Infrastrutture Toninelli che non consente l’apertura dei porti alla nave della Ong “Sea Watch”.
“Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha poteri decisionali riguardo l’apertura dei porti e dimostra tutt’ora di essere in balia delle decisioni nervose del ministro degli interni, in contrasto con le convenzioni internazionali sul diritto del mare che vengono violate sistematicamente. Non c’è rispetto per le persone. Vorrei che sia chiaro che né io né tutti gli altri sindaci schierati contro il dl sicurezza abbiamo intenzione di fare propaganda, come in molti ci accusano invece di fare” – afferma Orlando.
Il nostro è un impegno morale, il mio è un comportamento da sindaco che tiene conto delle norme istituzionali e del diritto alla sicurezza perché trasformare in illegali tutti coloro che si trovano sul territorio di Palermo è un’operazione criminogena che produce illegalità” – ha concluso.