Ricordato a Palermo il parroco dei migranti e dei bimbi, don Baldassare Meli, per molti anni animatore della comunità Santa Chiara di Ballarò. Una cerimonia è stata organizzata dal Comitato per la promozione ed il ricordo delle opere del sacerdote in occasione del 50/mo anniversario dell’ordinazione sacerdotale del prete scomparso undici mesi fa.
L’evento si è svolto in piazza Santa Chiara, dove è stata svelata una lapide commemorativa donata dall’amministrazione comunale. “La città torna alla vita – ha detto il sindaco Leoluca Orlando – nel ricordo di don Meli che ci ha insegnato a non dimenticare mai il rispetto per la persona umana, per la legalità dei diritti. Non faceva distinzioni fra esseri umani, convinto che tutti noi apparteniamo ad un’unica razza, quella umana. Commemorarlo significa anche ricordare l’impegno dei salesiani per i più fragili nella comunità di Santa Chiara. Le sue parole, dense d’amore, erano forti e leggere al tempo stesso. Il senso della sua testimonianza e’ stato profetico di un nuovo umanesimo, di un profondo valore di fraternità”.
I suoi furono anni di grande impegno, in modo pionieristico sul fronte dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti, ma anche su quello contro la pedofilia. Alla fine degli anni Novanta, don Meli denunciò un giro di ‘orchi’ a Ballarò e all’Albergheria, quartieri difficili di Palermo.
Nato ad Aragona, in provincia di Agrigento, don Meli, malato da tempo, venne ordinato presbitero il 4 aprile del 1971, nella chiesa madre della sua città natìa. Salesiano per lungo tempo, fu anche parroco a Santa Chiara di Palermo per 17 anni: da qui nel 1996 svelò un giro di pedofilia che coinvolgeva 52 bambini. Alle sue denunce seguirono degli arresti, ma anche molte accuse perfino dalle stesse famiglie dei bambini, che non volevano credere a quanto accadeva. “L’Oratorio – raccontò don Meli in prima persona tre anni fa su Timesicilia.it – quotidianamente era frequentato da circa 80 bambini e ragazzi dai 4 ai 14 anni. In questo clima di piena confidenza e fiducia ascoltò racconti terribili. Tanti di loro erano vittime di abusi… Dinanzi a questo mare di melma non potevamo rimanere inerti”.