Palermo: assalto alla Sala “Big Bingo”, la Polizia arresta 5 rapinatori

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La Polizia di Palermo, a seguito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palermo nei confronti di 5 persone accusate, a vario titolo, della rapina alla Sala Bingo denominata ”Big Bingo” di via Molinari, a Palermo.

I banditi riuscirono ad impossessarsi di un bottino di oltre 68.000 euro presi dalla cassaforte temporizzata e dal cassetto del registratore di cassa. Il gip ha disposto la custodia in carcere nei confronti di Antonino Cardella di 28 anni, Angelo Donzelli di 29 anni e Francesco Piano di 55 anni, degli arresti domiciliari per Clizia Bertolino di 25 anni e la l’obbligo di dimora per Gaetano Geraci di 52 anni, tutti residenti nel quartiere Brancaccio.

Le indagini della Squadra Mobile si sono avvalse in particolare della visione delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza nei pressi ed all’interno della Sala Bingo, che hanno ripreso le fasi salienti della rapina, corroborate da una capillare attività intercettiva che ha permesso di confermare gli indizi raccolti a carico dei presunti autori della rapina, chiarendo le condotte dei complici nella realizzazione del piano criminoso.

In particolare, Cardella e Bertolino “entrarono presso la sala e si diressero verso la cassa dove, con un diversivo consistito nell’indugiare artatamente nella scelta della marca di sigarette da acquistare, distrassero l’impiegata addetta alla vendita dei tabacchi in modo da impedirle di notare l’ingresso dei complici e di azionare il dispositivo di allarme posizionato vicino la sua postazione, facilitandone così l’arrivo e l’azione”, spiegano gli inquirenti.

Donzelli, travisato dal casco e con una maschera raffigurante l’effigie di un leone, con in pugno una pistola minacciò l’impiegata e la costrinse ad aprire la cassaforte. Piano, anch’esso travisato con il casco integrale, rimase all’interno della sala, immobilizzando gli avventori e sorvegliando la porta d’ingresso ed i motocicli utilizzati per la fuga. Geraci, sebbene non concorse alla realizzazione della rapina, sostenne l’azione criminosa dei complici, in particolare quella del cognato Francesco Piano, denunciando falsamente il furto del proprio motoveicolo utilizzato invece dal cognato per la realizzazione della rapina”. E’ emerso inoltre che Donzelli, nel periodo in cui realizzò la rapina, fosse sottoposto per fatti pregressi agli arresti domiciliari.