La giunta di Leoluca Orlando, a Palermo, perde due pezzi e si consuma definitivamente la rottura con i renziani. Il primo assessore di Italia Viva a lasciare l’esecutivo cittadino, dopo le schermaglie tra il sindaco Leoluca Orlando e Italia Viva è stato Toni Costumati, che chiude, dopo appena 28 giorni, l’esperienza amministrativa a Palazzo delle Aquile.
Era stato nominato lo scorso 22 marzo con le deleghe al Patrimonio e al Verde pubblico. Costumati, per tanti anni impegnato nelle Acli, lascia per rispetto nei confronti dei dirigenti di Italia Viva che lo hanno indicato, ma con l’amaro in bocca spiegando di “non avere condiviso le modalità con cui è stata gestita questa situazione e per la quale avevo proposto, inascoltato, soluzioni di opportuna e necessaria mediazione che avrebbero evitato la rottura improvvisa nei rapporti tra Italia Viva e il sindaco Orlando, ma soprattutto avrebbero consentito di affrontare, ancora, tutti insieme le tante, troppe, emergenze che affliggono la nostra comunità cittadina”.
L’altro assessore Leopoldo Piampiano ha confermato di restare nelle posizioni di Italia Viva, dunque, Orlando lo sostituirà. Orlando ieri, nel corso di una conferenza stampa, aveva lanciato un appello “a essere coerenti agli assessori di Italia viva Piampiano e Costumati che fanno entrambi riferimento a un gruppo politico che ha contribuito alle ultime bocciature di alcuni documenti in Consiglio”. “Se coglieranno la sensibilità politica si dimetteranno, ma se riterranno di restare in presenza di una contraddizione che porta il consiglio comunale a essere un ‘Vietnam’ sarò costretto a rimuoverli, ritirerò le deleghe”.
“In questi giorni – scrive in una nota Toni Costumati, che ha incontrato il sindaco nel pomeriggio per comunicare la sua decisione – si è consumato uno scontro, a mio avviso assolutamente evitabile, tra Italia Viva, il sindaco ed il resto della maggioranza a proposito del voto sul piano triennale delle opere pubbliche. Seppur abbia evidenziato a tutti i diretti interessati la delicatezza della situazione, si è voluto lo stesso forzare, senza la necessaria lungimiranza delle conseguenze, su questioni di merito (legittime) utilizzando un metodo (il voto in aula) evitabile o rinviabile. Italia Viva – dice Costumati – può rivendicare legittimamente le ragioni del dissenso manifestato con il voto di astensione in quanto qualcuno ha provato a mortificare il ruolo del consiglio comunale che, nel dicembre scorso, con il consenso anche del sindaco, aveva stralciato alcune previsioni di spesa sul progetto del tram e queste, invece, sono state reinserite nel piano triennale delle 2020, poi bocciato dall’aula. Nel metodo- sottolinea Costumati – avrei evitato di arrivare al voto in aula provando, preliminarmente, a pretendere chiarimenti sul comportamento discutibile consumato nel riproporre parti dell’atto in questione che, peraltro, era accompagnato dal parere del Ragioniere generale che ne evidenziava la palese anomalia, e avrei provato a governare gli eventuali processi modificativi dell’atto con emendamenti”.
“Tutto quanto ne è scaturito dopo – sottolinea Costumati – è frutto solo della dirompente personalità degli attori in campo, che hanno voluto rompere ogni argine, seppur fragile, che ha tenuto la maggioranza fino ad oggi. Allo stesso tempo, se non fossimo stati esclusi dalla convocazione della Giunta politica di sabato pomeriggio, ritengo che probabilmente si sarebbero create le condizioni per un tentativo di opportuna ricucitura. Gli àut àut, o le provocatorie ed ovviamente improponibili proposte di governi di salute pubblica, nonché l’inasprimento eccessivo dei toni utilizzati nei comunicati stampa da parte di tutti, hanno portato poi a questa implosione della situazione”.