Palermo: delitto premeditato, carcere per Baglione che ha confessato

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Piera Napoli

Il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Palermo Ermelinda Marfia ha emesso un’ordinanza di applicazione di custodia cautelare in carcere nei confronti di Salvatore Baglione, 37 anni, per l’omicidio della moglie Piera Napoli, 32 anni, uccisa domenica scorsa nella casa della coppia.

Un provvedimento che segue la convalida del fermo disposto dalla Procura dopo il delitto e la contestazione nei confronti dell’uomo dell’aggravante della premeditazione. Baglione dunque risponde di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazioni, dei futili motivi e della crudeltà. Ha confessato il delitto ai carabinieri e poi anche davanti al pm – Federica Paiola che coordina le indagini – sostenendo di avere agito in preda “ad un raptus” scatenato dal fatto che la moglie gli aveva rivelato di non amarlo più.

Piera Napoli, uccisa nel bagno di casa con diverse coltellate mentre uno dei figli dormiva, gli avrebbe anche detto di avere una relazione con un altro da qualche mese. “Sulla premeditazione non sussiste alcun dubbio – si legge nel provvedimento del gip- stante le oggettive modalità della condotta in provvisoria contestazione ed i contegni antecedenti”.

L’arma del delitto, infatti, trovata nell’appartamento – un coltello da macellaio con una lama di 20 centimetri – sarebbe stata portata in casa da Baglione che l’aveva presa nella macelleria in cui lavora.

“Emerge l’indole violenta dell’uomo che si fonda non solo sul gravissimo fatto in oggetto ma anche sugli altri episodi di manifestazione dell’aggressività: invero – scrive il gip – la contraria versione sostenuta, di un raptus, mostra tutta la sua debolezza. a carico dell’indagato”.

Peraltro, prosegue la ricostruzione del giudice: “Gli iniziali sospetti lo avevano già indotto all’aggressività, alle minacce di morte ai danni della moglie, a comportamenti ossessivi volti a controllare la donna sino a quando, la notte prima dell’omicidio, l’uomo aveva visto la moglie mandare dei messaggi. La conferma della relazione extraconiugale da parte della vittima, si ritiene, abbia determinato l’uomo a porre in essere una condotta già programmata”.

Dopo avere ucciso la moglie Piera Napoli, Salvatore Baglione avrebbe pubblicato alcuni post su Facebook presi dalla pagina “Dna criminale”: “il rispetto, gran bella parola peccato, non tutti ne conoscono il significato”, si legge in uno. Ed ancora: “Non mostrare il tuo mare a chi non sa nuotare, non permettere a nessuno di rovinare la tua pace soltanto perché non trova la sua”.

Ai carabinieri il marito assassino ha confessato il delitto presentandosi con una felpa pulita ma con la maglietta e jeans sporchi di sangue. Aveva con sé un grosso trolley. Anche il giudice, come già il procuratore aggiunto Laura Vaccaro e il pm Federica Paiola, ritiene che si sia trattato di un omicidio premeditato. Ad una vicina di casa la vittima aveva detto di avere paura che il marito potesse fare “qualcosa di pericoloso”. Era “ossessionato”, “la seguiva”. Per rimarcare la pericolosità e la violenza dell’uomo, nell’ordinanza con cui gli si applica la custodia cautelare in carcere, il magistrato ricorda quanto ha riferito la sorella agli inquirenti. Un mese prima Baglione si era ferito con un coltello alla pancia per rabbia.