Palermo, dietrofront sul traffico al Porto: dopo le proteste riaperta la carreggiata di via Francesco Crispi, lato monte, chiusa di mattina dopo annunci che vanno avanti da settimane. In corso modifiche alla segnaletica, dicono i vigili urbani; smarriti gli automobilisti. Dopo il semaforo di via Emerico Amari, in direzione Ucciardone, ci sono ancora le due corsie gialle tracciate sull’asfalto, a indicare il doppio senso di marcia della carreggiata lato mare. Traffico impazzito nella zona tutta la mattina: non si sono fatte attendere le proteste di commercianti, professionisti e residenti della zona riuniti nell’associazione “Amari cantieri”; probabilmente il caos ha fatto cambiare i piani del Comune.
Le nuove limitazioni alla viabilità erano scattate di buon mattino: in azione gru e trivelle per la prosecuzione dei lavori per l’anello ferroviario e del collettore fognario. Ulteriore disagio che si unisce alle operazioni di imbarco delle navi dopo che è stato innalzato il livello di sicurezza antiterrorismo. La manifestazione a Palermo era iniziata dopo l’applicazione dell’ordinanza comunale che istituiva il divieto di sosta e fermata lungo lo stradone che costeggia l’area portuale, nel giorno dell’avvio del maxicantiere e i lavori della Tecnis, finalizzati al potenziamento della metro cittadina con nuove fermate.
Chiuso al traffico anche il tratto di via Crispi, lato monte, compreso tra via Gerbasi e via Belmonte, anche per “migrare” una linea d’alta tensione. Il presidio dei commercianti con cartelli al collo per denunciare il “tranello ferroviario: 700 metri costati finora 170 milioni, per un’opera ancora in gran parte irrealizzata”, e la “connivenza tra Tecnis e amministrazione che autorizza varianti e finanziamenti milionari per un’opera che non va avanti provocando solo danni alla salute dei cittadini”; una ulteriore espansione del cantiere, insomma, “senza che non siano ultimati i lavori nell’area già occupata, “una estensione dei termini per il completamento dell’opera” e “una lievitazione dei costi da 76 milioni a 172 milioni”, hanno affermato.
“Non solo pagare ma anche morire. Se ai residenti, ai commercianti e al turismo si devono chiedere sacrifici per la modernizzazione della città è bene che questi sacrifici non siano vani, viceversa è assolutamente inaccettabile che si chieda di pagare o di morire come nel caso di tante aziende che chiuderanno e di una economia che piangerà il fatto che la gente eviterà Palermo come una piaga”. Lo afferma Patrizia Dio Dio, presidente di Confcommercio Palermo, con riferimento alla situazione dei cantieri nella zona di via Amari e del porto e alle proteste di questa mattina da parte di commercianti e residenti.
“Il danno all’immagine che sta subendo Palermo con i turisti che a causa di una città caotica, che avrà dato stress a chi viene a cercare svago e riposo, è inimmaginabile – sottolinea Patrizia Di Dio – e riteniamo che chi ha la responsabilità giuridica dell’esecuzione dell’opera, Tecnis, RFI e Italferr, deve già rispondere dei gravi danni arrecati. A nostro parere – prosegue – già esistono delle oggettive responsabilità relative ai ritardi che i cantieri hanno registrato fino ad ora, non sono stati rispettati il contratto e il cronoprogramma precedente ed è opportuno che i soggetti responsabili paghino, così come stiamo pagando tutti, commercianti e cittadini”.
“Hanno già preso una porzione del porto, hanno preso piazza della Pace, hanno già un’area di cantiere che prende una grande parte di via Amari ma era proprio così indispensabile pretendere questa ulteriore area, in questo momento, penalizzando ancor di più il traffico a causa dell’inasprimento dei controlli per l’accesso al porto?”, si chiede Patrizia Di Dio. “Sembra quasi che ci sia un accanimento a pretendere ulteriori aree, quando poi è dimostrato che non vengono utilizzate con l’efficienza e il rispetto dei tempi che una situazione imposta e così drammatica prevedono”, conclude Patrizia Di Dio.
Infine, il provvedimento dell’Autorità portuale per provare ad alleggerire il traffico che nel pomeriggio fino a tarda sera da giorni stringe in una morsa l’intera zona del Porto. “Apriremo due nuovi varchi e aumenteremo il personale ma i controlli per la sicurezza vanni fatti così come disposti dal ministero dell’Interno”, dice il presidente dell’Autorità portuale Vincenzo Cannatella all’Adnkronos. “Domani abbiamo una riunione operativa con tutti i soggetti interessati – aggiunge Cannatella – e a breve apriremo i nuovi varchi”. Si tratta del varco su via Patti “che sarà dedicato agli autocarri che devono imbarcare su Tirrenia e Grimaldi, e quello su via Cristoforo Colombo”, spiega Cannatella che, su via Patti, chiederà al Comune di istituire zone di divieto di sosta. Il varco di via Amari sarà così “riservato” alle sole autovetture e l’Autorità portuale creerà una corsia nella zona di parcheggio per evitare le code. I varchi saranno aperti dalle 6 alle 22. “Distribuiremo il traffico su tre varchi, anziché uno e aumenteremo il personale”, conclude.