L’ira degli attivisti palermitani del Movimento 5 Stelle ha indotto il consigliere comunale Antonino Randazzo a mettersi in “aspettativa non retribuita”, la decisione fa seguito alla polemica sorta per via dell’assunzione presso l’azienda di cui egli stesso è socio, avvenuta inopportunamente appena un mese prima delle elezioni amministrative dell’11 giugno scorso. La notizia è stata data dallo stesso Randazzo mediante un post su Facebook.
In base a quell’ingaggio, con la qualifica di consulente ambientale, per 40 ore settimanali, il Comune di Palermo avrebbe infatti dovuto pagare un rimborso alla Crea Gest srl, che oltre a Randazzo, annovera tra i soci fondatori (tutti con una quota del 33,33%), altri due attivisti di peso: Maria Alessandra Costantino in veste di amministratore unico e Gioacchino (detto Geo) Guccione.
L’azienda ha come sua attività prevalente: “controllo e assistenza agli adempimenti in materia di sicurezza sul lavoro e ambientale” ed è in attività dal 2015. Molti esponenti cittadini del M5S, senza ravvisare atteggiamenti illegali, avevano criticato la tempistica di questo reclutamento, non tollerando che, proprio uno degli eletti potesse godere dei privilegi della casta, contro i quali il Movimento si è sempre battuto.
Qualche perplessità era stata espressa anche guardando i bilanci della Crea Gest con utile mensile inferiore allo stipendio elargito a Randazzo. Numerosi attivisti del Movimento si erano detti pronti a chiedere l’intervento dei probiviri e altri addirittura a sollecitare le dimissioni del consigliere.
Frattanto, nelle chat interne del M5S, dove i commenti nei confronti di Randazzo non sono stati per niente teneri, lo stesso consigliere aveva minacciato querele verso chi, a suo dire, si era permesso di esprimere giudizi senza essere a conoscenza della realtà dei fatti. Restando nell’ambito dell’ultima tornata amministrativa, Maria Alessandra Costantino, altra socia della Crea Gest, che era stata designata dal candidato sindaco grillino come eventuale assessore alle Aziende partecipate, pare adesso sia intenzionata a correre per la Camera dei Deputati, ancora una volta sotto l’egida di Ugo Forello. A conclusione del suo post Randazzo ha sollecitato i colleghi consiglieri, che si trovano nella medesima situazione, a seguire il suo esempio per non gravare sulle casse municipali.
“Il consigliere Randazzo dimettendosi dalla ditta per la quale lavorava – scrive il consigliere comunale pentastellato Igor Gerlarda – ha fatto quello che era giusto e doveroso fare per un portavoce del movimento 5 stelle. Non era uno “cattivo” prima di dimettersi, tra l’altro, la sua attività era assolutamente legale, anche se non in linea con i principi rigidi del MoVimento 5 stelle. E non è un eroe adesso perché si è dimesso. Ha commesso un errore, gli è stato fatto notare ed ha agito di conseguenza. Chi opera all’interno del MoVimento 5 Stelle sa che ci sono dei principi molto forti che ci guidano e che ci fanno essere diversi dagli altri partiti”. Una riflessione personale che però non giustifica la “furbata” fatta da Randazzo.