Palermo: malore per Emanuele Macaluso dopo l’intervento in lacrime su Pio La Torre

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Malore e apprensione per l’ex senatore comunista Emanuele Macaluso, 93 anni, al termine del suo appassionato intervento a un convegno in memoria di Pio La Torre, oggi, al Teatro santa Cecilia, a Palermo. Lo storico esponente del Pci e della Cgil è stato trasportato in ospedale. Macaluso, dopo aver parlato al pubblico presente, ha detto di non sentirsi bene e ha iniziato a sudare copiosamente. Immediatamente è stata chiamata un’ambulanza che lo ha trasportato all’ospedale Civico.

“Si è sentito male, sentiva delle palpitazioni. Probabilmente si è emozionato durante quel passaggio toccante in cui ha ricordato di quando Pio La Torre, prima di essere ucciso, gli ha confidato “ora tocca a noi”. E nel dire questa frase si è molto commosso, ma ora sta bene”, assicura Michele Pagliaro, segretario generale della Cgil Sicilia, presente all’incontro: “Al termine del suo lungo intervento – spiega – Macaluso si è sentito molto affaticato e per precauzione abbiamo chiamato il 118. Con un’ambulanza è stato trasferito al Civico dove è stato sottoposto a controlli di routine, ma non c’è alcun timore per la sua salute. Al momento è tenuto sotto stretto controllo, ma si è ripreso e, quasi certamente, in serata verrà dimesso”.

Prima del malore Macaluso aveva ricordato quegli anni.  “Il lunedì di Pasqua del 1982, quando Pio La Torre venne a Roma da Palermo per trascorrere con me la festività, stavamo parlando dei delitti di Palermo, passeggiavamo sul Lungotevere, mi afferrò il braccio e mi disse “Ora tocca a noi. Dillo anche a Berlinguer, perché ora è il nostro turno”, parole forti quelle proferite da Emanuele Macaluso che ha parlato con le lacrime agli occhi, all’iniziativa “Pio La Torre dirigente Cgil”. “Aveva capito tutto – ha proseguito Macaluso -. Ho sempre davanti il suo coraggio, la sua fermezza e la conoscenza della realtà anche tragica della Palermo di quegli anni”.

“Più di una volta sono stato interpellato dal sindacato e ho detto loro “O state uniti o siete morti”, ha detto nell’intervento Macaluso, “il sindacato può esercitare una supplenza politica per la democrazia ed è ancora l’unica organizzazione in grado di mobilitare le masse – ha aggiunto Macaluso -. La democrazia vive di partecipazione del mondo del lavoro, altrimenti non vive. Oggi il mondo è cambiato. Il sindacato che c’è stato fino al 1991 aveva un retroterra politico dato dal partito comunista, da quello socialista e da un pezzo importante della Dc. Le lotte sociali trovavano corrispondenza nel parlamento e nella vita politica. Il sistema sociale italiano è stato costruito non con un progetto, come ha fatto il partito laburista in Inghilterra, ma è stato fatto pezzo per pezzo dal sindacato italiano con quel retroterra politico parlamentare. Il sindacato era una fonte di conoscenza e di rapporto con le persone, conoscevi l’operaio e il contadino vero, non quello ideologico, con la sua forza e le sue debolezze. La conoscenza della realtà dovrebbe essere essenziale ancora oggi nella politica”.

“Il Pd non è una forza che si può definire di sinistra, oggi la sinistra è frantumata e attraversa un periodo in cui è difficile trovare un riferimento. Una sinistra come l’abbiamo pensata per 60-70 anni deve essere una sinistra di governo, forte e capace di proiettarsi come forza di governo anche quando sta all’opposizione. Oggi tutto questo non c’è”, ha detto Emanuele Macaluso, a margine dell’iniziativa su “Pio La Torre dirigente Cgil”, “questo non c’è perché da una parte c’è il Pd che sta al governo e dall’altra Bersani che è all’opposizione – ha aggiunto Macaluso – oggi non c’è una sinistra con le caratteristiche proprie della sinistra. Secondo alcuni sondaggi, D’Alema e Bersani potrebbero ottenere il 3 o il 5%, ma cosa se ne fanno di queste percentuali? Gli altri (il Pd, ndr) invece non governeranno perché non avranno la maggioranza. Storicamente la sinistra ha sempre subito delle scissioni – ha proseguito – I “nemici” della sinistra? I nemici sono all’esterno, o almeno così dovrebbe essere, poi ci sono i contendenti, i nemici dovrebbero essere solo all’esterno, ma di solito non è cosi”.