Palermo: piano opere pubbliche, assemblea in piazza con 10 consiglieri

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Un’assemblea pubblica in piazza Pretoria per raccontare ai palermitani le ragioni che hanno spinto quattro gruppi presenti al comune di Palermo – Partito democratico, Movimento 5 stelle, Sinistra Comune, Avanti Insieme, ex maggioranza che sosteneva Orlando, a parte M5s – a occupare per due giorni Sala delle Lapidi a causa del non voto da parte del consiglio comunale del Piano triennale delle opere pubbliche, già bocciato lo scorso aprile, da parte dell’opposizione, diventata da mesi maggioranza al comune di Palermo, dopo che il gruppo di Italia Viva ha deciso di mollare Orlando.

“Cittadine e cittadini ci hanno raggiunto – si legge in un documento – per partecipare alla nostra denuncia pubblica dell’immobilismo cui una parte maggioritaria del consiglio comunale sta relegando la città, impedendo la votazione di una delibera fondamentale per il futuro della città”.

“Abbiamo voluto raccontare – dice Tony Randazzo del M5s – cosa succederà se gli uffici comunali non riusciranno a chiudere le gare d’appalto di una serie di lavori entro il 31 dicembre prossimo”.  Si tratta di opere strategiche per centinaia di milioni: illuminazione pubblica, centro sociali e d’aggregazione nelle periferie, riforestazione di Monte Pellegrino, riqualificazione lungomare di Barcarello, le opere relative a tutti i fondi ex Gescal che riguardano i quartieri Zen e Sperone, manutenzioni varie e il tram”. “E’ tutto bloccato da un centrodestra che si mette d’accordo solo sul “non fare” – si legge in una nota – e che non vuole nemmeno assumersi le responsabilità della mancata approvazione dell’atto. Giovedì abbiamo occupato l’aula consiliare di Palazzo delle Aquile per denunciare questa inerzia, dopo la incredibile caduta del numero legale seguita alla disponibilità del sindaco a confrontarsi con il consiglio”.

I 10 consiglieri Partito democratico, Movimento 5 stelle, Sinistra Comune, Avanti Insieme oggi ha rinnovato con forza la richiesta che il consiglio comunale sia convocato con urgenza per una discussione che porti alla votazione immediata dell’atto. “Se lunedì non accadrà – dicono – siamo naturalmente pronti a riprendere l’occupazione del Palazzo e organizzare ulteriori momenti di protesta, chiamando a raccolta i cittadini e le forze organizzate che ci sostengono con sempre maggiore forza in questa denuncia”.