Parla Pogliese: “Non abbandono Catania, va salvaguardata dagli sciacalli”

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sospeso salvo pogliese

“Per me sarebbe molto più semplice abbandonare la nave nel mare in tempesta, per dare serenità a me stesso e alla mia famiglia, ma l’interesse della mia amata Catania mi spinge a fare altro e io non sono Francesco Schettino! Io ci sarò come primo tifoso di questa squadra, il capitano non giocatore che ama i colori di una città struggente e splendida, preservandola dagli sciacalli che ne vogliono solo il male”. Così, in una lettera aperta ai catanesi, Salvo Pogliese sindaco del capoluogo etneo sospeso ieri dall’incarico dal prefetto Claudio Sammartino dopo la condanna a 4 anni e 3 mesi del Tribunale di Palermo per peculato nel processo “Spese pazze” all’Ars, su rimborsi all’Assemblea regionale Siciliana.

A reggere il Comune di Catania è il suo vice, Roberto Bonaccorsi. “Il commovente affetto che in ogni modo possibile mi viene tributato in queste ore da tantissimi catanesi – afferma Salvo Pogliese – mi risarcisce dalla grande amarezza per una sentenza profondamente ingiusta e sbagliata che ho dovuto subire, ma che rispetto e osservo. Tutto credevo potesse capitarmi nella vita, ma non mi sarei mai immaginato di dover dar conto della mia adamantina dirittura morale per cui ho investito tutta la mia esistenza umana e politica. E tuttavia – osserva Salvo Pogliese – la sfida in cui mi sono cimentato nel giugno 2018 per salvare Catania dal disastro in cui era precipitata, mi richiama a rinnovare il gesto d’amore verso la mia città. La stessa per cui non ho esitato a lasciare la comoda poltrona di deputato europeo (con una contestuale decurtazione dell’80% della mia indennità e rinunziando alle tutele giuridiche che quel ruolo mi avrebbe garantito…) per una missione dura, difficile ma esaltante”.

“Supereremo anche questa difficoltà tutti assieme, come abbiamo fatto ogni giorno – conclude Salvo Pogliese – ancora una volta lo facciamo per una scelta d’amore, generosa e limpida come ognuno può e deve, verso una città a cui ci inchiniamo con il cuore gonfio di un orgoglio senza fine”.