Pd siciliano in in fibrillazione in vista delle prossime elezioni nazionali. Il timore è che l’appuntamento di marzo possa trasformarsi in una seconda debacle dopo la sconfitta delle scorse regionali.
Le anime del partito si stanno confrontando e scontrando perché non sarà facile gestire la riduzione inevitabile degli spazi, soprattutto se le urne daranno ragione agli attuali sondaggi che danno il centrodestra in testa su scala nazionale e vincente in quasi tutti i collegi dell’Isola.
Il Pd siciliano ha tenuto ieri in via Bentivegna a Palermo un incontro autoconvocato da Giovanni Panepinto, Pippo Digiacomo e Lillo Speziale. La paura è che la gestione “oligarchica” della fase delle candidature possa portare ad un disimpegno dei militanti.
L’incontro ha visto insieme tutte le aree politiche del partito, dirigenti democratici di quasi tutte le province siciliane, segretari di circolo e di federazione, consiglieri comunali, sindaci, parlamentari ed ex e tanti giovani della Gioventù democratica. Assente il segretario regionale Fausto Raciti. A lui e al segretario nazionale Matteo Renzi si rivolge però il documento redatto al termine dell’incontro e con il quale il Pd siciliano chiede la convocazione degli organismi e una maggiore partecipazione nella composizione delle liste per Camera e Senato.
“La discutibile stagione di governo della Regione appena conclusa e la pesante sconfitta alle elezioni regionali, con una conduzione della fase pre elettorale oligarchica senza il coinvolgimento democratico dei territori determinerà la definitiva marginalizzazione del partito e la perdita di identità – si legge nel documento – Bisogna impedire che il disimpegno abbia il sopravvento e la consequenziale perdita di voti”.
Nel mirino degli autoconvocati esponenti storici del Pd come Antonello Cracolici, accusati, nei conciliaboli, di gestire in maniera personalistica il ruolo all’interno del partito. Tra le proposte che si vocifera siano state fatte filtrare a Roma, quella di candidare nei collegi uninominali di Camera e Senato gli attuali deputati uscenti (tra i quali, ovviamente, lo stesso Cracolici). In questo modo, confidano da via Bentivegna, i primi dei non eletti all’Ars nelle singole province, avranno tutte le motivazioni necessarie per spingere sull’acceleratore anche nella campagna elettorale per le politiche. Ma l’ipotesi sembra al momento trovare forti resistenze in Sicilia. La candidatura dell’ex assessore all’Agricoltura di fatto sbarrerebbe la strada per la rielezione sia a Magda Culotta che a Fausto Raciti, entrambi dello stesso schieramento interno di Cracolici. Difficile quindi che a Roma passi la tesi del documento.