Nel Partito democratico in Sicilia in tanti stanno andando avanti a forza di “Buscopan”, il famosissimo e consumatissimo farmaco contro i mal di pancia e le coliche addominali. Trombati eccellenti come Rosario Crocetta, pronti a fare campagna elettorale contro il partito, diventato ormai sempre più il PdR più che il Pd, il Partito di Renzi più che il Partito democratico. Un partito ormai sfasciato in Sicilia come nel resto del Paese. Un partito a pezzi, che dopo la debacle patita in occasione del famoso referendum costituzionale, rischia di uscire al suo minimo storico più recente dalla tornata elettorale fissata per il prossimo 4 marzo.
Sono in tanti coloro che stanno dissentendo dalla linea dettata dal Nazareno. Strappi, difficili da ricucire, che si stanno consumando nel giro di poche ore. Proteste che si susseguono a tutti i livelli e, come in altre formazioni, anche diversi passi indietro di peso, come quello di Francesco Ribaudo “Franco”, deputato uscente, che dalla stampa ha appreso la sua candidatura nel collegio uninominale Camera Circoscrizione Sicilia 1 (Monreale). I vertici del Pd se ne sono infischiati della lettera appello di rappresentanti dei circoli e amministratori di 41 comuni di quel collegio che chiedevano di tener conto “nella composizione delle liste di quelle che sono le sensibilità e le esigenze territoriali”, auspicando una ricandidatura di Ribaudo per fare proseguire “l’attività politica svolta in questi anni in un territorio difficile come quello del corleonese, in cui sono stato riconosciuto – scrive in una nota lo stesso Ribaudo – unilateralmente come punto di riferimento”.
E a nulla sono valse le due riunioni territoriali tenutesi a Corleone e Carini, convocate dal segretario provinciale Carmelo Miceli, alla presenza di rappresentanti dei circoli e diversi amministratori del collegio in cui si perorava la ricandidatura di Ribaudo sia nel proporzionale che nell’uninominale, “per assicurare la continuità al meticoloso lavoro svolto in questi anni. con lo stesso segretario – aggiunge Ribaudo – che ha dovuto prendere atto della proposta impegnandosi personalmente a trasferire le istanze territoriali” alla dirigenza Pd.
Ed ecco spuntare il nome di Carmelo Miceli, come candidato capolista nel collegio plurinominale Sicilia 1, quello di Monreale. “Chi aveva il compito e la funzione, in qualità di segretario, di portare e supportare le istanze territoriali e di farsi portavoce ai vertici nazionali di questa candidatura – prosegue Ribaudo – l’ha usurpata, disattendendo una volontà ampia e condivisa da tutti i rappresentanti dei circoli che lamentavano tra l’altro la mancata inclusione in scelte così importanti, prese in passato attraverso la partecipazione alle elezioni primarie. Un vero e proprio abuso di potere di una candidatura nata in segreteria, nella stanza dei bottoni, lontano dalla gente che in questi anni ha contribuito a dare vita all’esperienza del Partito democratico. Appare chiaro – aggiunge Ribaudo – che tutto ciò si inquadra in una strategia più complessiva nella formazione delle liste che ha generato non poche delusioni tra le componenti di minoranza e di sinistra del partito, che ha come obiettivo cancellare un pezzo di storia della sinistra e delle forze progressiste che fino a ieri hanno collaborato alla vita politica del partito”.
“Per questo – conclude Ribaudo – non posso accettare la proposta di candidatura solo all’ uninominale, essendo la stessa una “foglia di fico” con cui si tenta di camuffare lo scempio ormai consumato ai danni delle minoranze del Pd. Non ci sono quindi le condizioni necessarie per affrontare con serenità la campagna elettorale. Credo sia davvero indispensabile a questo punto una seria riflessione, assieme agli amici ed ai compagni che in questi anni hanno supportato la mia attività di parlamentare, per capire come superare questa fase di profonda crisi di democrazia interna del partito”.
Parole che suonano come pietre; e che forniscono chiaramente quella che è l’immagine di un Partito che “deve” essere a immagine e somiglianza di Matteo Renzi. Un partito democratico che “deve” essere a misura del suo leader; che si va sempre più allontanando da quei valori che da sempre incarna la sinistra.
Anche a Caltanissetta ed ad Agrigento i mal di pancia sono fortissimi: a Caltanissetta, per la candidatura di Daniela Cardinale, figlia di Salvatore Totò Cardinale, leader di Sicilia Futura e sempre pronto a riconoscere la leadership di Matteo Renzi, che guida il listino del collegio di Gela-Mazara-Agrigento, e ad Agrigento crea non poco disagio la candidatura di Giuseppe Sodano, figlio dell’ex sindaco della città dei templi Lillo Sodano, che nel recente passato ha simpatizzato per Nello Musumeci, dopo aver militato in Generazione Futuro di Gianfranco Fini.
Non poca tensione è stata anche manifestata dall’ex assessore Antonello Cracolici, che ha parlato di “decapitazione della sinistra” e dall’ex deputato regionale Giovanni Panepinto. Tra gli esclusi del Partito democratico a Palermo anche la deputata uscente Magda Culotta, di Pollina, eletta nelle Madonie e vicina a Cracolici.
Nel Partoito democratico, però, “yesmen” e amici di Renzi tutti salvati per la competizione elettorale, perché altra cosa sarà farsi eleggere: a partire da Davide Faraone, Fausto Raciti, la sottosegretaria vicinissima a Renzi, Maria Elena Boschi piazzata un po’ ovunque in Sicilia, ma anche fuori dall’Isola; e per ultimo il braccio destro di Leoluca Orlando, Fabio Giambrone, che ha ottenuto un posto di rilievo dopo l’endorsement dei giorni scorsi. Insomma chi sta con Matteo prosegue, molti altri, ritenuti troppi “liberi”, si fermano. Ma non si arrestano la vendita e l’assunzione delle dosi di “Buscopan”.
Plurinominale Camera dei Deputati. Sicilia 1-01 (Palermo): 1 Fabio Giambrone; 2 Mila Spicola; 3 Carlo Di Pisa; 4 Valeria Grasso; Sicilia 1-02 (Marsala-Bagheria): 1 Maria Elena Boschi; 2 Carmelo Miceli; 3 Anna Maria Angileri; 4 Marcello Linares; Sicilia 1-03 (Gela-Mazara-Agrigento): 1 Daniela Cardinale; 2 Marco Campagna; 3 Teresa Diadema; 4 Angelo Galanti; Sicilia 2-01 (Messina-Enna): 1 Maria Elena Boschi; 2 Pietro Navarra; 3 Rosa Maria Di Giorgi; 4 Giuseppe Laccoto; Sicilia 2-02 (Catania-Acireale): 1 Paolo Gentiloni; 2 Francesca Raciti; 3 Giuseppe Berretta; 4 Francesca Ricotta; Sicilia 2-03 (Ragusa-Siracusa): 1 Maria Elena Boschi; 2 Fausto Raciti; 3 Sofia Amoddio; 4 Mario D’Asta.
Plurinominale Senato. Sicilia-01 (Palermo-Agrigento): 1 Davide Faraone; 2 Teresa Piccione; 3 Paolo Ruggirello; 4 Maria Iacono; Sicilia-02 (Catania, Messina, Siracusa): 1 Valeria Sudano; 2 Giuseppe Picciolo; 3 Alessandra Furnari; 4 Fabio D’Amore.
Collegi Uninominali Camera dei Deputati. Resuttana – S. Lorenzo: Leopoldo Pianpiano; Palermo – Libertà: Milena Gentile; Palermo – Settecannoli: Silvio Moncada; Gela: Grazia Augello; Bagheria: Franco Vasta; Monreale: Salvo Lo Giudice; Agrigento: Giuseppe Sodano; Marsala: Pamela Orrù; Mazara del Vallo: Gaspare Culotta; Messina: Pietro Navarra; Barcellona Pozzo di Gotto: Natalia Cimino; Enna: Fabio Venezia; Acireale: Nicola d’Agostino; Catania: Giuseppe Berretta; Misterbianco: Luca Sammartino; Paternò: Ersilia Severino; Ragusa: Venerina Padua; Avola: Giovanni Giuca; Siracusa: Sofia Amoddio.
Collegi Uninominali Senato. Palermo – San Lorenzo: Teresa Piccione; Palermo – Bagheria: Mario Cicero; Marsala: Paolo Ruggiriello; Agrigento: Maria Iacono; Gela: Angelo Fasulo; Messina: Fabio d’Amore; Acireale: Giovanni Burtone; Catania: Valeria Sudano ;Siracusa: Alessandra Furnari.
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