Per mettere a segno la rapina si era mosso con una rapidità e una disinvoltura da professionista, ma in realtà è stata proprio la sua ingenuità a tradirlo. E in particolare l’impronta digitale rimasta registrata nel sistema di ingresso di cui è dotata la banca. E’ così che la polizia è riuscita a risalire a lui.
In manette è finito Giuseppe Presti, pregiudicato 31enne residente alla Marinella: è accusato della rapina messa a segno nella filiale della “Monte dei Paschi di Siena” di via Notarbartolo lo scorso 9 marzo.
Presti era entrato nell’istituto di credito poco dopo le 10 del mattino, quando un solo cliente si trovava allo sportello. Con il viso parzialmente nascosto da uno scaldacollo, passo spedito e l’aria di un rapinatore di lungo corso si era diretto all’area delle casse, aveva bruscamente allontanato una impiegata che si trovava all’unica postazione attiva e non trovando nei cassetti contante sufficiente aveva arraffato tutte le monete presenti in cassa.
Poi, con un bottino certamente più magro di quanto si aspettasse (circa 500 euro) era fuggito. Ma il sistema “Biodigit”, il sofisticato meccanismo di rilevazione di impronte digitali collocato all’ingresso dell’istituto bancario, ha catturato l’impronta del rapinatore, e il resto lo hanno fatto le telecamere di videosorveglianza che hanno ripreso il suo volto. Il che ha consentito agli investigatori di identificare il malvivente a tempo di record.
Del resto lo scorso 19 maggio Giuseppe Presti era già stato arrestato, anche stavolta dalla polizia, che lo aveva sorpreso in flagrante durante un’altra rapina, quella sventata in una filiale della Banca Popolare Sant’Angelo di viale Campania. Non è bastato, dunque, lo stratagemma dello scaldacollo a evitare che il suo viso venisse riconosciuto dagli agenti.