Dopo la vicenda dell’addetto stampa dell’azienda ospedaliera Villa Sofia-Cervello, Massimo Bellomo, a cui per motivi inspiegabili non è stato rinnovato il contratto, da parte del commissario del commissario Maurizio Aricò, emergono altre “stranezze” riguardanti i due nosocomi.
Ad illustrare i contorni dell’episodio più eclatante è Antonio Iacono, esponente del sindacato dei medici Cimo. La storia riguarda un chirurgo toracico palermitano M.D.M., da qualche tempo residente a Londra, dove aveva trovato lavoro presso un ospedale del luogo, ma che nel frattempo è stato contattato dalla dirigenza dell’azienda Villa Sofia-Cervello, per un incarico a tempo determinato presso la struttura cittadina.
Il medico, dopo avere ricevuto un telegramma in cui veniva confermato il mandato, ha dunque abbandonato il suo lavoro britannico ed è tornato insieme alla famiglia a Palermo, per scoprire, con sommo disappunto, che il posto era magicamente svanito per la mancanza di copertura finanziaria.
Il direttore sanitario degli Ospedali Riuniti, Pietro Greco, interpellato telefonicamente, ha detto di non ricordare il nome del professionista in questione e ha minimizzato, asserendo che il contatto era stato meramente informale e non era stato preso alcun impegno.
Ma, come ha spiegato Giuseppe Bonsignore, dirigente del Cimo, non si tratta di un caso isolato. Infatti, il commissario straordinario Aricò ha firmato delle delibere di assunzione, a tempo determinato, per altri medici da dislocare a radiologia, medicina interna, neonatologia e pediatria, senza che poi gli ingaggi si concretizzassero, lasciando così diversi reparti sguarniti.
Bonsignore ha spiegato ad esempio che, dato il pensionamento di alcuni colleghi e considerando anche il periodo di ferie, il reparto di radiologia di Villa Sofia è al limite dell’efficienza e una sala per effettuare le tac, conseguenzialmente, è chiusa da metà giugno mentre altri disservizi, per carenza di personale, si stanno registrando anche per le ecografie. Tutto ciò, ovviamente con notevoli disagi per gli utenti.
Problemi simili vengono segnalati pure nei reparti di chirurgia, lungodegenza e rianimazione, sia a Villa Sofia che al Vincenzo Cervello. I responsabili del Cimo si chiedono dunque che fine abbiano fatto i finanziamenti previsti per queste assunzioni e dove e perché siano stati dirottati e utilizzati gli stanziamenti, considerando che uno stipendio lordo di un medico ammonta a circa 80mila euro annui.