Roma continua a tentennare e , malgrado i colloqui, non ha ancora dato il via libera alla Regione per quanto riguarda le stabilizzazioni di medici, infermieri, tecnici e operatori socio-sanitari. Così, l’assessore alla Salute, Baldo Gucciardi, cogliendo l’occasione della presenza nell’Isola del premier Matteo Renzi, ha deciso di sfidare la Capitale e ha firmato una circolare autorizzando i 18 direttori generali delle aziende siciliane a prorogare fino al 30 giugno i contratti a tempo determinato di medici e infermieri precari che da anni lavorano negli ospedali siciliani.
Un provvedimento d’urgenza visto che il 31 dicembre sono in scadenza circa 3 mila contratti di medici e infermieri. Il ministero, infatti, aveva vincolato lo sblocco delle assunzioni alla approvazione della rete ospedaliera, la cui bozza, però, è stata ritirata l’8 settembre scorso da Gucciardi a seguito delle infuocate polemiche legate al taglio di posti letto e a ridimensionamento di alcune strutture.
Sulla vicenda interviene la Uil Sicilia. “Il governo nazionale continua a fare annunci senza, però, concludere nulla – dice il segretario generale del sindacato nell’Isola -. E’ il caso dei precari della sanità siciliana a cui è stato prorogato il contratto per altri sei mesi, al posto della stabilizzazione. Non capiamo perché lo sblocco di queste assunzioni, che non comportano oneri da parte del governo Renzi, non arriva. Continuando così – conclude il leader sindacale – si creano solo dei forti disagi alla cittadinanza e medici e infermieri sono costretti a lavorare in uno stato di precarietà”.
“La condizione della sanità in Sicilia non è più tollerabile. Ci sono dei bisogni a cui bisogna dare presto una risposta. Stop al precariato per medici e professionisti, la loro assunzione non si può più rimandare perché da anni lavorano in un clima di assoluta incertezza. I primi a pagarne le spese sono i malati e le loro famiglie”.
Lo ha detto il presidente della Fondazione degli Ordini dei medici di Sicilia, Toti Amato, in rappresentanza di tutti i presidenti degli Ordini siciliani, incontrando il premier Matteo Renzi a Catania sui temi della sanità pubblica in Sicilia. “I nostri ospedali sono già in grande sofferenza in termini di risorse economiche e umane, senza il lavoro dei precari sarebbero al collasso” ha spiegato Amato invitando il premier a trovare la soluzione.
“Qualunque essa sia purché si trovi” ha ribadito. Per Amato “i piani di rientro per il contenimento della spesa delle Regioni non presentano criteri chiari, capaci di garantire alle fasce a basso reddito la gratuità delle prestazioni sanitarie necessarie. La Costituzione è inclusiva e assicura le cure gratuite agli ‘indigenti’. Tale deve essere per tutti, da Milano a Palermo. E’ necessario ridisegnare alcune fasce di reddito affinché anche i più poveri abbiano la possibilità di curarsi”.