Aumentano i casi di pazienti con stenosi tracheali e fistole esofaco-tracheali conseguenti all’intubazione prolungata in terapia intensiva. Lo segnala Alessandro Bertani, responsabile della divisione di Chirurgia toracica e trapianto di polmone dell’Ismett di Palermo.
“Si calcola – si legge in una nota dell’ospedale – che tra il 5 ed il 10 per cento dei pazienti affetti da Covid ha necessità di intubazione e cure in terapia intensiva per un tempo molto prolungato, di questi una parte consistente ha complicanze tracheali dopo aver superato la malattia ed ha necessità di ricorrere a nuove cure ed interventi di chirurgia toracica”.
Ismett, nell’ultimo anno, ha registrato un aumento del 40% degli interventi per stenosi tracheali. Normalmente, questo tipo di problemi si presentano in esiti di traumi e accidenti cerebrovascolari, ma il periodo di pandemia, ha contribuito ad un ulteriore incremento dei pazienti che necessitano di un trattamento sulle vie aeree. Queste patologie possono portare a gravi problemi della respirazione e dell’alimentazione, a causa del progressivo restringimento della trachea o del passaggio accidentale di alimenti nei polmoni.
“Negli ultimi giorni – sottolinea Bertani – sono due i giovani pazienti siciliani dimessi con esiti di lesioni particolarmente complesse alla trachea e all’esofago, che erano già stati sottoposti a diversi trattamenti senza successo”.
Dei due pazienti, in cura all’Ismett, il primo aveva sviluppato una grossa fistola fra trachea ed esofago che lo obbligava al digiuno e ad una nutrizione artificiale, oltre che a soffrire di ripetuti episodi di polmonite. Il secondo aveva una stenosi di un tratto molto esteso della trachea con interessamento dell’apparato laringeo. In questi casi la chirurgia resettiva della via aerea permette di ottenere un risultato risolutivo e duraturo, rimuovendone la parte ammalata e ripristinandone la continuità. Gli interventi sulla trachea sono estremamente complessi e delicati. Richiedono, infatti, competenze multidisciplinari di chirurgia toracica, anestesia, rianimazione, endoscopia respiratoria e digestiva. A collaborare alla buona riuscita dell’intervento anche la professoressa Adriana Cordova, ordinario di chirurgia plastica e ricostruttiva dell’Università di Palermo, che collabora per la preparazione di lembi muscolari che supportano la guarigione ottimale delle ferite.