L’archeologia, ancor prima che si costituisse come disciplina scientifica alla fine dell’Ottocento, ha sempre suscitato interesse e curiosità tra il vasto pubblico. Gli ingredienti di questo successo, tra mistero e tentativi di interpretazione di un lontano passato, hanno in molti casi alimentato tra gli studiosi un forte coinvolgimento empatico ai limiti dell’immaginario.
Nell’ambito del Calatafimi Segesta Festival Dionisiache 2019, nel Parco archeologico di Segesta, sulla Collina del Tempio, venerdì 9 agosto, alle 21,30 “Archeologia dell’immaginario, da Schliemann ad Indiana Jones”. Conversazione con Massimo Cultraro, introduce Rossella Giglio.
Vengono raccontate le vicende di importanti personaggi che hanno segnato e condizionato la storia della ricerca, come il noto scopritore di Troia, Heinrich Schliemann che seppe muoversi con abilità tra gli attacchi lanciati dal mondo accademico e la volontà di autorappresentarsi come l’inventore di una nuova scienza. Sono passati in rassegna anche altri personaggi meno noti al pubblico come l’archeologo britannico Leonard Woolley che nel 1910 scopre la città di Karkemish, sulle rive dell’Eufrate, sostenendo di aver avuto in sogno le indicazioni della localizzazione. Ma anche il contributo di alcune donne pioniere dell’archeologia sul campo, come l’americana Harriet Boyd che, sfidando agli inizi del ‘900 il mondo maschile degli studiosi di antichità, si avventura tra i monti dell’isola di Creta alla scoperta della civiltà minoica.
Sogno, mistero, ma anche spregiudicata fantasia hanno segnato gli esordi dello studio del mondo antico attraverso i reperti della cultura materiale, finendo per alimentare e suscitare nuove e stimolanti passioni che fanno dell’archeologia una delle discipline più amate.
Il professore Massimo Cultraro è primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Catania e professore di Preistoria e Protostoria all’Università degli Studi di Palermo. Borsista CNR-NATO e visiting professor della BrownUniversity, Providence (USA), è specializzato in preistoria egea e del Mediterraneo centrale. Nel 2006-2010 è stato direttore scientifico del progetto internazionale CNR-Ministero degli Esteri per la restituzione virtuale del Museo di Baghdad. Conduce attività di scavo e ricerca archeologica in ambito euro-asiatico (Georgia, Grecia) e si occupa di strategie di comunicazione e tutela del Patrimonio Culturale in aree di guerra.