Rifiuti, inceneritori, conti in disordine, bilancio in ritardo ed in attesa dell’ok dei revisori dei conti non ancora arrivato, quasi un miliardo che manca all’appello per chiudere il documento finanziario e la richiesta di dimissioni del presidente Nello Musumeci. I deputati del Ms5 all’Ars non ci stanno a attaccano a testa bassa il governatore.
“Siamo molto preoccupati per la tenuta economica dei conti della Regione, mai visto uno stato così comatoso. E’ impossibile approvare la finanziaria entro i termini previsti dalla legge, così come temiamo che il prossimo governo regionale dopo Musumeci avrà non poche difficoltà a gestire la Sicilia”. Lo hanno detto Nuccio Di Paola e Luigi Sunseri, rispettivamente capogruppo M5s e componente della commissione bilancio all’Ars che in mattinata nel corso di una conferenza stampa hanno attaccato il governo regionale guidato dal presidente Nello Musumeci per i ritardi nella gestione della finanziaria ed il “buco” di 980 milioni che impedisce di far quadrare i conti.
“Abbiamo assistito a 5 anni di incapacità amministrativa – ha sottolineato Sunseri – il testo è arrivato da due giorni ma manca il parere dei revisori, la commissione è convocata nel pomeriggio ma non credo che si potrà andare avanti senza l’ok dei revisori dei conto”. Sunseri, inoltre, ha puntato il dito sulle minori entrate per 714 milioni compensate da 780 dello Stato, ma “saremo costretti – ha detto – a restituire a Roma decine di milioni di euro. Inoltre, mancano 60 milioni per intervenire nella compartecipazione dei progetti europei e si è chiesto a Roma di usare fondi extraregionali. Ed ancora, su un bilancio di 23 miliardi non si sono trovati 5 milioni per mantenere il Fondo autonomie locali a sostegno dei 390 comuni siciliani, un fondo che viene decurtato di anno in anno. Mai nessun governo – ha proseguito Sunseri – era riuscito a portare conti così disastrosi”.
Il Movimento 5 stelle accusa Musumeci anche per non essere riuscito in 5 anni a razionalizzare gli enti: “Erano oltre 160 nel 2018 e quelli sono ancora, nulla è cambiato, non siamo credibili agli occhi del governo nazionale. Il bilancio senza parere dei revisori e con il bico di quasi un miliardo Musumeci poteva presentarlo anche a gennaio, nulla è cambiato”, ha aggiunto Sunseri. La chiusura al capogruppo Nuccio di Paola: “Difenderemo soltanto gli interessi dei siciliani, ci sono migliaia di persone che a fine mese non avranno lo stipendio e che avranno difficoltà, ma la cosa più grave è che i numeri di questa finanziaria non li conoscono nemmeno gli stessi assessori di Musumeci”, ha concluso.
“Il Movimento 5 stelle in Sicilia è da sempre contro gli inceneritori e i termovalorizzatori. No alla realizzazione degli impianti previsti a Catania e a Gela (Cl), anche perché nel piano regionale dei rifiuti del presidente Musumeci non è previsto alcun inceneritore e si parla di ampliamento delle discariche esistenti”. Lo ha detto il deputato regionale Giampiero Trizzino, in mattinata, nel corso della conferenza stampa convocata dal M5s sulla questione rifiuti in Sicilia alla presenza del capogruppo Nuccio Di Paola e dei deputati Ketty Damante di Gela, Gianina Ciancio e Josè Marano di Catania, e di Luigi Sunseri.
“Nel piano – ha spiegato Trizzino – si legge che le discariche sono in grado di coprire le 800 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati che si producono in Sicilia ogni anno. Mentre non esistono documenti che parlato di inceneritori sia a livello di governo che di Assemblea regionale. Nessuno è stato coinvolto e nemmeno i territori. L’uscita di Musumeci che vuol realizzare due termovalorizzatori è soltanto una operazione giornalistica, perché l’unico atto è una manifestazione d’interesse che è stata rivolta agli imprenditori”.
Per il Movimento 5 stelle siamo di fronte ad un presidente che “si contraddice in tutto quello che fa. Era stato lui stesso ad affermare che i rifiuti si riusano, si riciclano e si riutilizzano e oggi vuole i termovalorizzatori che noi non vogliamo né a Catania né a Gela né da nessuna parte in Sicilia”. “Siamo per l’industria del riciclo – ha detto Di Paola – che è quattro volte superiore come occupazione rispetto all’incenerimento”.