Manca il dirigente dell’area servizi al cittadino Maurizio Pedicone e salta la seduta del Consiglio comunale di Palermo che avrebbe dovuto trattare la questione legata alla disposizione del sindaco Leoluca Orlando con la quale si chiede all’ufficio di continuare a rilasciare ai cittadini richiedenti asilo i certificati anagrafici.
Il dirigente comunale era stato convocato per fare chiarezza sul clima di incertezza che regna negli uffici anagrafe di viale Lazio dove i dipendenti resistono alla disposizione del sindaco Leoluca Orlando con la quale ha sospeso nei giorni scorsi il decreto Salvini. Se ne riparla giovedì in mattinata a Palazzo delle Aquile.
Duro il commento del consigliere di opposizione Fabrizio Ferrandelli: “Dopo aver voluto questa seduta alla presenza del sindaco, dell’assessore Nicotri, del capo dell’ufficio legale e del dirigente dell’anagrafe per individuare un atto amministrativo chiaro ed efficace che abbia il supporto di quella parte di Consiglio che come me intende garantire i diritti umani, sorprende l’assenza del sindaco e del dottore Pedicone. Mi auguro che giovedì il confronto si possa fare per superare le criticità di una posizione che altrimenti rischia di restare senza efficacia e strumentale”, conclude Ferrandelli.
“Non è un problema di ordine di servizio. Se viene presentata una domanda deve essere protocollata e istruita per un eventuale accoglimento o rigetto. Dopo di che, il provvedimento finale lo firmerà il sindaco, e la loro istruzione non significa un’assunzione di responsabilità per i funzionari”, spiega l’assessore al Personale e servizi demografici, Gaspare Nicotri, al termine della seduta lampo a Sala delle Lapidi.
I dipendenti comunali temono conseguenze giudiziarie e disciplinari, sebbene il primo cittadino abbia ribadito che sarà lui a firmare le pratiche. Per Nicotri, tuttavia, i funzionari non correrebbero alcun pericolo: “Per quanto riguarda le richieste, i funzionari per ora stanno fissando le prenotazioni – spiega – dopo di che, faremo formalizzare le richieste così come prevede l’articolo 38 del Dpr 445/2000, per poi essere protocollate in modo che loro provvedano all’istruttoria. Il sindaco, quindi, si determinerà, così come ha dichiarato, nell’accoglimento delle istanze”.
Secondo alcuni, tuttavia, l’ultima parola sull’applicazione o meno del decreto Salvini da parte degli uffici spetterebbe alle prefettura: “Il sindaco è un ufficiale di governo – aggiunge Nicotri – e come tale tutti gli atti che farà di accoglimento eventualmente potranno essere accolti o annullati dal prefetto”.
Il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, a Roma per incontri istituzionali, ha partecipato nel pomeriggio a un confronto con la Stampa estera in Italia, nel corso del quale ha confermato che “a tutela dei dipendenti comunali dell’Ufficio anagrafe” sarà lui a sottoscrivere i documenti di iscrizione anagrafica legati a permessi di soggiorno per protezione umanitaria. Avendo appreso dall’assessore alle politiche di cittadinanza che già una pratica di questa tipologia è in fase istruttoria da alcuni giorni, il sindaco ha affermato di sperare “che l’iter si concluda quanto prima”. Per motivi di tutela della privacy, viene spiegato, “non saranno diffusi dati di alcun tipo relativi alla pratica in corso, né ad altre analoghe il cui iter istruttorio dovesse essere avviato nei prossimi giorni”.
“L’amministrazione comunale di Palermo è ormai allo sbando anche sulla vicenda del decreto sicurezza, tanto che oggi sia il sindaco Orlando che il capo dell’ufficio anagrafe, Maurizio Pedicone, hanno preferito disertare la seduta in consiglio comunale per chiarire i contorni oscuri di una questione che sta spostando l’attenzione dell’opinione pubblica rispetto ai reali, drammatici problemi della città”. Lo dichiarano Igor Gelarda, capogruppo della Lega in consiglio comunale a Palermo, e il consigliere dello stesso gruppo Elio Ficarra che chiedono le dimissioni di Orlando. “Ai dipendenti del Comune e al personale dell’ufficio anagrafe – aggiungono – va rivolto un plauso per il senso del dovere e per l’alto senso dello Stato, nonostante la strampalata trovata del sindaco, infatti, la coscienza per la legalità degli impiegati municipali li sta responsabilmente orientando nella direzione del rispetto delle norme previste dal decreto sicurezza voluto dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini, invece che seguire l’indicazione contraria alla legge innescata dal primo cittadino. Orlando ormai è un sindaco isolato – concludono i due esponenti della Lega – arroccato com’è nella torre di un castello che fa acqua da tutte le parti. Si dimetta per il bene della città che tanto dice di amare”.
Per Sabrina Figuccia, dell’Udc, “il dirigente dell’ufficio anagrafe diserta il consiglio comunale, forse per il troppo imbarazzo causato dal Sindaco negli ultimi giorni, che ben si guarda dall’affrontare il tema in aula. A questo punto – aggiunge – immagino che il Sindaco intenda occupare una stanza in viale Lazio, presso l’ufficio anagrafe, visto che il tema della residenza gli sta così a cuore e che ha dichiarato di volere firmare di suo pugno gli atti. Predisponga gli atti, lavori le pratiche e infine le firmi, assumendosene tutte le responsabilità. Così forse sarà ricordato come il miglior sindaco di sempre”.