Tangenti nell’eolico: la società Solcara tra Arata e Nicastri costituita dal notaio

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vito nicastri

“Naturalmente tuo papà mi ha fatto scrivere una carta che la società è sua al metà per cento, che ce l’ha… tuo papà le carte ce l’ha dal notaio. Però non ha tirato fuori una lira, neanche di Solcara (una società, ndr), ed erano soldi che mi dovreste dare, quando c’era la possibilità, me li dovreste… giustamente me li dovreste dare”.

Una delle società tra l’imprenditore mafioso Vito Nicastri (nella foto) e il faccendiere vicino alla Lega Paolo Arata è stata costituita davanti a un notaio. A raccontarlo, non sapendo di essere intercettato nell’ambito di una inchiesta su un giro di tangenti alla Regione siciliana dei pm di Palermo, è lo stesso Arata accusato, insieme a Nicastri di corruzione e intestazione fittizia di beni aggravata dall’avere agevolato Cosa nostra. Arata, si evince da dialoghi, ha una serie di problemi economici relativi al business che condivide con Nicastri nel settore delle energie alternative.

“Mi fidavo totalmente di tuo papà, – dice al figlio dell’imprenditore, pure lui indagato – per stima, per mille motivi, gli son sempre stato vicino, prima. In quel momento lì lui era zero, non aveva una lira in tasca, ed io gli ho dato trecentomila euro”, si sfoga.

“Io venivo giù – prosegue – e mi dicevate sempre “è a posto”. Avete avuto diciotto mesi di tempo, cioè, non un giorno, non è che era il duemilasedici, era duemilaquindici, dicembre duemilaquindici quando io vi ho dato i soldi. Siamo arrivati, dove siamo arrivati perché tuo papà, io venivo qua e gli dicevo: ma scusa Vito…: ah no, non me ne occupo… ma come non te ne occupi, io ti ho pagato e non te ne occupi?”. (ANSA)