Entrare nella storia del tennis non è facile, ma il palermitano Marco Cecchinato c’è riuscito. Perché a Parigi, nel torneo di tennis più importante sulla terra battuta, al Roland Garros ha piegato e schiacciato uno dei grandi campioni della racchetta Novak Djokovic con un punteggio che sintetizza il match 6-3 7-6 (4) 1-6 7-6 (11). Cecchinato è il primo italiano a raggiungere la semifinale Slam dopo 40 anni: l’ultimo era stato Corrado Barazzutti al Roland Garros 1978, quando perse 6-0 6-1 6-0 contro Bjorn Borg.
L’azzurro in quattro set è riuscito a vincere sul battagliero Djokovic, che nulla ha potuto fare in un tie break infinito conclusosi sul 13-11, dopo tre match point annullati a Marco Cecchinato e 3 set point sprecati dal serbo.
Nel primo set Cecchinato parte subito attaccando, chiamando dal primo scambio Djokovic ad un impegno fisico e mentale importante, messo sotto pressione. Il serbo è in difficoltà, non trova un attimo di respiro sotto gli attacchi di Cecchinato. Tanti gli errori gratuiti collezionati da Djokovic da fondo campo. Nel frattempo, il serbo chiede l’intervento del fisioterapista per farsi massaggiare il collo. Djokovic in balia di Cecchinato viene beffato da uno splendido rovescio a incrociare dell’azzurro, ma riesce a tenere la battuta per il 5-3. Palermitano scatenato serve per il primo set e prende tutto. Si chiude in 35 minuti. Djokovic è in gravi difficoltà: a fine set altro stop di 3 minuti per permettere al fisioterapista di massaggiare il collo al serbo.
Djokovic parte nel secondo set bloccato al servizio e rigido nei movimenti. Cecchinato ne approfitta. Le smorzate dell’azzurro creano non pochi problemi al serbo che riesce pian piano a sciogliersi mentalmente e in poco tempo da 0-2 si porta sul 3-2. La reazione di Cecchinato è incredibile e la partita prosegue come una battaglia.
Marco con il suo rovescio sbaglia quasi niente, straordinari gli scambi. Djokovic soffre ma si porta avanti. Il match bellissimo, colpi di classe dall’una e dall’altra parte. Cecchinato vola e manda in tilt Djokovic con due smorzate fantastiche. L’azzurro sotto combatte alla grande, poi arriva un warning per “coaching” dal giudice di sedia (francamente inspiegabile… dallo staff di Marco non sono arrivate frasi se non un “Forza!”). i due combattono. Alla fine, dopo tre set point annullati, Cecchinato va al tie break e trova colpi da maestro va sul 6-4 con due set point a disposizione, serve con una gran prima e continua a volare.
Tre break di fila a inizio terzo set. Djokovic si porta sul 3-1. Cecchinato cede un po’ mentalmente e non può nulla con il serbo che da fondo campo continua a martellare trovando angoli preziosi. Altro break e 4-1. Djokovic va presto sul 5-1 con un ace. Nervoso Cecchinato. Si va al quarto set. Torna il fisioterapista per Djokovic.
Nel quarto set, penalty point contro Cecchinato, accusato di essere rientrato senza chiedere il permesso negli spogliatoi fra terzo e quarto set per calzare scarpe nuove. Cecchinato sembra aver perso smalto e forza. Ma anche mentalmente si trova in un momento delicato. Djokovic ora è in partita, fa viaggiare la palla meravigliosamente e strappa il break, Si va subito sul 3-0. L’azzurro prova a reagire con l’1-3, trovando energie mentali nuove e torna a lottare, ma la sensazione è che il match sia girato. Intanto il palermitano porta a casa il 2-4 dopo due ore e 40 minuti di match e una serie di errori gratuiti.
Marco torna alla grande e sul 3-5 conquista una palla break, porta a casa un punto che riapre tutto. Il servizio di Cecchinato vale il 40-0 per andare sul 5-5: una smorzata e un rovescio sottorete valgono per il serbo il 40-30. Ma il servizio aiuta Marco, che pareggia i conti al quarto set. Sul 5-5 Djokovic perde le sue certezze e torna a sbagliare concedendo una palla break a Cecchinato, che spreca andando a rete dopo uno scambio lungo 19 infiniti colpi. Il serbo si salva andando sul 6-5. Cecchinato va a servire per andare al tie break. E l’azzurro è bravissimo tornando a trovare angoli e profondità per mettere in difficoltà l’avversario. Al tie break: due errori da fondo campo mettono all’angolo Djokovic, sotto 0-2, Cecchinato apre l’angolo e fa male per il 3-0. La tensione sale alle stelle: Marco sbaglia la misura nei quattro scambi successivi: è 3-4. Ma arriva in soccorso il rovescio per Marco, che va avanti 5-4 e due turni di servizio.
Djokovic attacca e va sotto rete per portarsi sul 5-5. Ma Cecchinato è straordinario e porta a casa con un rovescio lungolinea il match point. Djokovic è un campione, si sa, attacca e si costruisce il punto del 6-6 con una stop volley in allungo sul rovescio. E arriva subito dopo il set point per il serbo: sulla smorzata di Cecchinato, Djokovic la rimette in campo e sulla diagonale dell’azzurro altra stop volley a segno. Non è finita, però, perché un errore velenosissimo vale il 7-7. Cecchinato è un leone e si costruisce l’8-8 da campione aprendo il campo per il dritto vincente. A questo punto è una questione di nervi, quando siamo a tre ore e 25 minuti di gioco: Djokovic si costruisce il terzo punto del set, ma subito dopo sbaglia in modo pazzesco a campo aperto e si va sul 9-9. E arriva il secondo match point con un dritto meraviglioso in controtempo di Cecchinato. Djokovic prende in mano il gioco: 10-10 in un tie break da ricordare. Il dritto di Nole va sul nastro e arriva il terzo match point per Marco Cecchinato, che col rovescio va a rete: 11-11. Djokovic butta via un dritto.
E finalmente il palermitano chiude la sua storica indimenticabile partita che gli vale la semifinale al Roland Garros. Marco ha vinto giocando un tennis totale, aggressivo, creativo, solido, intelligente. Di volontà e sofferenza. E di grandi colpi, a palate. Una favola. La favola di Marco Cecchinato che dal Tc2 di Palermo sogna a Parigi. Mai un siciliano era arrivato così in alto nel tennis mondiale.