Nel Palermo di mezzo, cioè della transizione tra Maurizio e Zamparini e Paul Baccaglini regna il caos. A molti sarà sfuggito domenica scorsa, a fine partita, un particolare che invece non è passato inosservato ad occhi più attenti.
Dopo ogni match, l’allenatore manda i calciatori che sono rimasti inattivi in panchina a svolgere un mini allenamento per non rimanere indietro con la preparazione rispetto a chi ha giocato. Ebbene al triplice fischio finale dell’arbitro i rosanero sono rientrati mogi mogi negli spogliatoi subissati dai fischi e seguiti a ruota dai colleghi panchinari.
Qualcuno, bene informato, riferisce che alla ramanzina di Diego Lopez, che ha chiesto spiegazioni, i calciatori hanno risposto picche. Nessun dirigente di qualsivoglia livello si è preso la briga di intervenire a favore del tecnico o sanzionare l’atteggiamento dei giocatori rosa. Un particolare, questo, che alimenta le voci di una spaccatura ormai netta a tutti i livelli all’interno della compagine rosanero. Frattura approfondita dalla scelta, questa sì imposta da Paul Baccaglini, di rivalutare i ruoli di molti calciatori italiani rimasti finora ai margini a vantaggio della colonia slava.
D’altronde l’ex Iena lo aveva detto fin dal primo giorno che l’era dei Curkovic e dei Lemic era finita. I consulenti slavi di Zamparini che hanno portato a Palermo una serie di calciatori dei quali soltanto Nestorovski può definirsi adeguato al campionato hanno fatto (male) il loro tempo.
Baccaglini e con lui Lopez il segnale lo hanno dato fin da subito riconcedendo fiducia ad Alessandro Diamanti, accantonato per scelta dell’ex patron friulano, ma ancora in grado con la sua classe e il suo carattere di fare la differenza in campo. Così come l’avvicendamento tra i pali con il lancio di Fulignati al posto del disastroso Posavec, l’impiego di Vitiello, Pezzella, Gazzi, Rispoli, Goldaniga e il giovane e promettente Lo Faso hanno dato già domenica scorsa la rappresentazione plastica di una inversione di tendenza. I risultati purtroppo non sono cambiati, data la pochezza tecnica della rosa allestita questa estate, ma il segnale di discontinuità è stato chiaro.
Ovviamente la colonia slava non sembra avere incassato il colpo in silenzio. I mugugni e gli atteggiamenti che abbiamo descritto in apertura di articolo ne sono la riprova. In attesa del closing di fine aprile, quindi, nel Palermo la situazione sembra precipitare verso la più completa anarchia. Ma quello che i tifosi si augurano è che sia una fase fisiologica di transizione. Paul Baccaglini ha promesso un Palermo “italiano”, ma al momento e fino alla chiusura della trattativa con Zamparini, la nidiata di Curkovic cercherà di farsi sentire prepotentemente. (G.C.)