“La cyberwar è la nuova frontiera della guerra oggi, perché a differenza degli altri domini – terra, acqua, cielo e spazio – un attacco in questo quinto dominio può colpire ogni singolo cittadino in ogni momento in casa propria. Tutti ci auguriamo che il conflitto in Ucraina si fermi il prima possibile, ma dobbiamo sapere che anche se ciò accadesse la guerra ibrida iniziata nel 2013 continuerà, e forse aumenterà di intensità negli altri domini. In questo contesto noi dobbiamo non solo prevenire con l’intelligence, ma anche prepararci e capire come si possa reagire, secondo normative da condividere con gli altri paesi dell’Alleanza Atlantica”. A dirlo è stato il presidente del Copasir, Adolfo Urso, intervenuto in collegamento al convegno in corso a Torino sulla protezione dei dati personali.
“Il contesto in cui l’Italia agisce per tutelare i cittadini dalle incursioni hacker – ha spiegato Urso – si chiama cyberwar. Questa, enunciata in via teorica per la prima volta nel 2013 dai russi, configura in sostanza una guerra permanente con tutti i mezzi per affermare la potenza russa. E in questa guerra rientra quella dell’informazione, che punta a condizionare l’opinione pubblica. La Russia ha innanzitutto preso il controllo totale della propria rete per ottenere il controllo dell’opinione pubblica interna. Nel contempo ha agito anche verso l’esterno per avvelenare i pozzi della democrazia. Questa è l’avanguardia della cyberwar, che punta a condizionare il dibattito e l’opinione pubblica delle democrazie occidentali”.
“L’Alleanza Atlantica – ha rimarcato – ha inserito non a caso la cyber come un nuovo dominio bellico dopo terra, mare, cielo e spazio. L’attacco cyber è quindi oggi considerato un attacco ostile che può determinare una reazione dell’Alleanza atlantica per colpire la fonte dell’attacco”.