Comunque vada a finire, l’immagine degli industriali siciliani uniti nel fronte antimafia è ormai a pezzi. A dare una ulteriore picconata, dopo le recenti inchieste giudiziarie, ci ha pensato Marco Venturi, presidente di Confindustria Centro-Sicilia. In una intervista a Repubblica l’imprenditore ha attaccato: ”La svolta antimafia di Confindustria Sicilia è solo un inganno. A parole si esibisce il vessillo della legalità, nei fatti si fanno gli interessi dei clan. E’ un doppio gioco”.
Venturi, che nel 2005, con Antonello Montante, Ivan Lo Bello e Giuseppe Catanzaro, avviarono il codice etico degli industriali siciliani, parla del “grande inganno della rivoluzione” portata avanti da Confindustria Sicilia e confessa di ”avere paura per quello che mi può succedere”. L’industriale parla di ”episodi inquietanti” attorno all’inchiesta giudiziaria che coinvolge Antonello Montante, indagato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Marco Venturi sostiene di “vivere con angoscia dentro un mondo pericoloso che non mi appartiene”. E annuncia di volere parlare con i magistrati “che indagano sul caso Montante” perché “ci sono vicende molto gravi che riguardano Confindustria Sicilia e delle quali nessuno è ancora a conoscenza”. Poi attacca, parlando dell’azione antimafia degli industriali siciliani: “A parole qualcuno sostiene una certa azione, il risultato però è che con i fatti favorisce interessi di mafia”. E cita il caso “dell’azione legalitaria che conduce da anni Alfonso Cicero, il presidente dell’Irsap. Quell’azione non è mai piaciuta a Montante”.
E mentre da viale dell’Astronomia in Roma, Squinzi prende tempo prima di esprimersi, all’Ars il capogruppo del Pid- Cantiere popolare annuncia di avere inoltrato formale richiesta al presidente della commissione parlamentare antimafia Nello Musumeci, affinché Venturi venga convocato “con priorità assoluta su qualsiasi altra indagine in corso d’istruttoria”. Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di partito e deputato nazionale Saverio Romano.