Una dottoressa in servizio alla guardia medica di Villabate è stata aggredita mercoledì sera da un uomo entrato nella struttura per chiedere una visita domiciliare perché la madre stava male. La dottoressa ha chiesto i dati per attivare il servizio ma l’uomo ha iniziato improvvisamente a picchiarla, poi è fuggito.
La donna ha subito chiamato i colleghi del 118 che hanno dato l’allarme ai carabinieri. Sul posto a Villabate sono arrivate due ambulanze, una ha soccorso il medico mentre l’altra si è recata in casa dell’aggressore per la paziente che aveva bisogno di cure. I carabinieri sono riusciti a rintracciare l’aggressore e lo hanno portato in caserma per interrogarlo e in mattinata lo hanno tratto in arresto. La prognosi per la dottoressa è di 7 giorni.
La direzione aziendale dell’Asp di Palermo esprime “la massima solidarietà, supporto ed appoggio” al medico del servizio di continuità assistenziale di Villabate aggredito la notte scorsa da un familiare di un paziente. “Ancora una volta è avvenuto un fatto molto grave – dice il direttore generale dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – avvenuto all’interno di un presidio in cui il medico agisce sempre nell’esclusivo interesse del paziente, nel rispetto di norme deontologiche e nell’esercizio delle sue funzioni. E’ stata una vile aggressione ai danni di un professionista appartenente al mondo della sanità che tutti giustamente elogiamo per l’impegno e la dedizione dimostrato durante questo difficile periodo di emergenza”. La direzione aziendale ha ringraziato i carabinieri per il pronto intervento preannunciando la costituzione di parte civile in un eventuale giudizio.
“Un atto di violenza nei confronti di un camice è un’aggressione allo Stato. Esprimo massima vicinanza nei confronti della professionista della Guardia medica di Villabate aggredita e sono grato ai carabinieri che hanno prontamente arrestato chi si è macchiato di tale infamia. Come previsto, l’Asp di Palermo si costituirà parte civile nel processo in cui stavolta potrà essere applicata la nuova legge che introduce delle aggravanti nel caso in cui i fatto siano commessi a danno di operatori sanitari. Le pene possono arrivare fino a 16 anni”. Lo dice l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza.