Udc e la sospensione di D’Alia, Totò Cuffaro: “Non faccio più politica attiva”. “Con riferimento alle parole dell’onorevole Gianpiero D’Alìa, mi preme ribadire per l’ennesima volta che non faccio, né potrei fare, politica attiva. Sono interdetto dai pubblici uffici ma non dal pensiero e dal ragionamento, dall’osservazione, dall’analisi e dal commento sui fatti della politica. D’Alìa mi cita come alla guida di una corrente e interprete di una linea politica: nulla di più falso, come sanno anche le pietre”.
Così l’ex presidente della Regione siciliana Totò Cuffaro prende le distanze sulla vicenda che ieri ha portato alla sospensione del presidente dell’Udc D’Alia da parte del segretario Lorenzo Cesa. “Su una cosa – aggiunge Cuffaro – però sono completamente d’accordo con D’Alìa: quando afferma che con lui l’Udc è al governo nazionale e regionale con il Pd e che è con Crocetta dal 2012, in quanto sostenitore della maggioranza di governo alla Regione. Le cose stanno così: è stato proprio D’Alìa a volere Crocetta alla presidenza della regione Siciliana e i siciliani non solo lo sanno bene, ma se ne ricorderanno al momento giusto”.
“Non so a quali mie dichiarazioni faccia riferimento il signor Salvatore Cuffaro visto che non trovo traccia di miei interventi pubblici o privati che lo contemplino. Mi spiace deluderlo ma non ho alcun interesse nei suoi confronti”. Lo afferma Gianpiero D’Alia, parlamentare di Area Popolare e fondatore dei Centristi per il Sì, ieri sospeso dal partito dal segretario nazionale Udc Lorenzo Cesa.
“Devo ritenere – continua D’Alia – che le sue affermazioni non siano frutto di casualità, visto che in Sicilia nulla accade per caso neanche il 2 novembre e soprattutto sembrano confermare un suo impegno politico, una vera e propria militanza. Ma questi sono affari suoi e dei suoi amici della famiglia Addams del centrodestra siciliano alla quale da ieri si è aggregato un altro poveretto da Arcinazzo”, Comune laziale di cui è originario Cesa. “Su di una cosa posso convenire con Cuffaro: la sfiga dei siciliani nella scelta dei presidenti di Regione degli ultimi 15 anni almeno”, conclude l’esponente centrista.