Mafia, tentata estorsione a commerciante: arrestato figlio boss Raffaele Galatolo

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donna violentata

Con l’accusa di tentata estorsione aggravata dall’aver agito al fine di favorire Cosa nostra la Polizia di Stato ha arrestato Angelo Galatolo, 29 anni, e Giuseppe Barone, 31 anni. Gli agenti della Squadra mobile e del commissariato Libertà hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Filippo Serio su richiesta della Direzione distrettuale antimafia e, in particolare, del procuratore aggiunto Vittorio Teresi, e del sostituto Claudio Camilleri.

Secondo gli investigatori, i due lo scorso marzo si sarebbero presentati nel negozio di un cittadino extracomunitario nel quartiere Arenella e, dopo averlo più volte minacciato, avrebbero richiesto il versamento con cadenza annuale di una cospicua somma di denaro a titolo di pizzo.

Per convincere il commerciante, vittima negli ultimi tempi di numerosi danneggiamenti e furti, si sarebbero accreditati quali esponenti di Cosa nostra, garantendo all’extracomunitario la protezione della famiglia mafiosa in cambio del denaro. “Il reato non giungeva a compimento – spiegano dalla Questura di Palermo – grazie al tempestivo intervento, frutto di articolate e complesse attività investigative, degli agenti”.

Secondo gli investigatori Angelo Galatolo, incensurato, “appartiene a una delle famiglie mafiose più importanti della città, quella dell’Acquasanta, che rientra nel mandamento Resuttana. Infatti, è figlio di Raffaele, uomo d’onore condannato all’ergastolo, nonché nipote di Vincenzo, condannato all’ergastolo per omicidio e già a capo dell’intero mandamento Resuttana”.