Droga a Palermo: Polizia sequestra piantagione di marijuana nel quartiere Oreto. La coltivazione di marijuana era alimentata da un allaccio abusivo alla rete elettrica. I proprietari della piantagione, la cui identità è ancora ignota, avevano curato ogni singolo dettaglio.
Sono stati gli agenti delle Volanti, intorno all’una di notte, durante il servizio di pattugliamento e controllo del territorio, mentre passavano per via Barone della Scala nel quartiere Oreto, a Palermo, a scoprire tutto, attratti dall’odore acre riconducibile alla cannabis, così hanno passato al setaccio la zona. I poliziotti si sono fermati davanti ad un magazzino, chiuso da una saracinesca, dal quale arrivava ancora più forte l’odore di stupefacente.
Gli agenti hanno scoperto anche come alcuni dei cavi elettrici provenienti dall’illuminazione pubblica, accedessero all’interno della struttura. Gli agenti hanno deciso di effettuare un sopralluogo ed una volta all’interno del casolare, che si presentava in evidente stato di abbandono, hanno notato che i cavi elettrici proseguendo lungo il muro, entravano in un altro locale, non accessibile alla Polizia.
A questo punto, sono arrivati i Vigili del Fuoco e i tecnici dell’Enel per gli accertamenti del caso. L’intervento dei pompieri ha permesso di constatare la presenza di un pannello in legno che divideva l’ambiente in due stanze, senza una porta di collegamento. E’ stato abbattuto quindi un pannello divisorio, composto da strati di lana di vetro, pannelli in polistirolo e legno compensato, riuscendo così ad accedere all’altra metà del locale, dove è stata scoperta una folta piantagione di marijuana. I poliziotti hanno appurato la presenza di numerosi rami di pianta di marijuana, con infiorescenze in stato di essiccazione appese in filari d’acciaio.
La squadra di verificatori dell’Enel ha accertato la presenza di un allaccio abusivo alla rete pubblica. All’interno del casolare sono stati trovati e sequestrati: 325 rami di piante di marijuana con infiorescenze; ed ancora 6 ventilatori; 2 lampade alogene; 175 vasi in plastica contenenti terriccio; 2 estrattori; 2 umidificatori; 2 idrometri. Tutto materiale che serviva per la curare la coltivazione. Indagini sono in corso per risalire all’identità della o delle persone che hanno avuto accesso alla struttura per la produzione di droga.