Tra Pirandello e Woody Allen, la situazione agrigentina a due mesi dalle elezioni amministrative è tragicomica. La notizia del giorno è che il segretario regionale del Partito democratico Fausto Raciti si dichiara pronto a valutare l’appoggio alla candidatura di Lillo Firetto. Cioè a sostenere le ambizioni del candidato sindaco udiccino appoggiato dal Nuovo centrodestra e Forza Italia.
Incredibile, quello che nelle scorse settimane quello che era stato definito “pasticcio agrigentino” con le primarie del PD che avevano visto primeggiare l’azzurro Silvio Alessi su tutti, ritorna prepotentemente d’attualità. I renziani erano insorti dopo aver preso coscienza che il giochino dei gazebo aveva di fatto legittimato la candidatura di Alessi sponsorizzato dal vice-coordinatore regionale di FI, Riccardo Gallo Afflitto”. Ne era scaturito un regolamento di conti nel quale ci aveva rimesso le penne l’ex primo cittadino ed ex presidente del PD, Marco Zambuto. Pronti, via, annullate le primarie i democratici avevano tirato fuori dal mazzo il Jolly. Nella città dei templi il loro campione sarebbe stato il deputato di lungo corso Angelo Capodicasa. “Marameo” aveva risposto l’esponente piddino, lasciando Raciti e compagni in brache di tela.
Non diversamente è andata ai berlusconiani. Scoperto il gioco di Riccardo Gallo e Michele Cimino, big sponsor di Alessi, anche dalle parti di Forza Italia si stavano affilando i coltelli. La candidatura di Firetto è apparsa una ciambella di salvataggio provvidenziale. Oggi anche il coup de theatre di Raciti. “Siamo pronti a valutare con la massima attenzione la proposta amministrativa di Lillo Firetto, ma solo in una chiara cornice politica” – ha detto il segretario regionale del Pd. “E’ evidente – ha aggiunto – che ad Agrigento, in vista delle prossime amministrative, non è più sostenibile una situazione di confusione. Ci sono soggetti politici, e anche civici, con cui il Pd è incompatibile. La candidatura di Firetto può costituire un valido percorso, se le espressioni civiche e politiche di area popolare con cui si vuole costruire una prospettiva comune saranno quelle affini all’esperienza di governo nazionale nella quale quali siamo impegnati”.
Dietro le argomentazioni politologiche e gli appelli all’unità trasversale si legge in realtà la grande paura di partiti che rischiano di essere additati, in campagna elettorale, al pubblico ludibrio per i falliti tentativi di “inciucio”, tentativi che ora gli esponenti locali e regionali vorrebbero dignificare paragonando la creazione dello schieramento a sostegno di Firetto alla “grande coalizione” che sostiene il governo Renzi. Dopo “gettonopoli” e dopo le primarie annullate, la città dei templi si prepara ad assistere all’ennesima amara commedia.