Antonio Fiumefreddo trova ancora una volta il modo di far parlare di sé. Il presidente di Riscossione Sicilia, sottoposto a tutela dalla scorso 7 marzo, ha deciso di rinunciare alla tutela alla quale era sottoposto e lo fa con un colpo di teatro, una lettera inviata al prefetto di Catania Silvana Riccio e per conoscenza al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al ministro dell’Interno Marco Minniti e al presidente della Regione siciliana Rosario Crocetta.
“Viviamo in una città – spiega Antonio Fiumefreddo – con un’altissima presenza criminale, così che davvero mi sembra di sottrarre quelle poche forze di cui disponiamo e di distrarle a beneficio della mia persona. Ho conosciuto i rischi che prendono e francamente non me la sento di appesantire il già loro difficile lavoro. Ma penso, soprattutto, che non sia bene far passare l’idea che fare il proprio dovere, come cittadino e come uomo delle istituzioni, debba avere come conseguenza l’allarme per la tutela della persona impegnata”.
Aggiunge il presidente di Riscossione Sicilia: “Mi rifiuto di pensare che possa essere così ancora in Sicilia, mi rifiuto di vivere in una condizione di limitazione della mia libertà, nel timore che qualcuno possa reagire alle iniziative intraprese. Mentre penso che la mia sicurezza derivi dal fatto che chiunque avrà a dolersi o avrà avuto a dolersi delle mie iniziative commetterebbe un tragico errore se pensasse di risolvere il problema facendomi del male, poiché quanto avevo da dire, da fare e da scrivere è già a disposizione delle autorità competenti, con la conseguenza che un minuto dopo che avessi subito un danno sarà ben chiaro dove andare a cercare responsabili e mandanti”.
Il presidente di Riscossione afferma di sapere “bene” che la controprova “è il rischio che possa succedermi qualcosa, ma ho totale fiducia nella altissima capacita’ della magistratura di cogliere e recepire quanto va accadendo, anche nella sua evoluzione. Diversamente mi aggiungerei ai non pochi che solo per motivi di facciata e che persino da indagati per fatti gravi, mantengono la scorta, a spese del cittadino e nel disprezzo delle priorità di sicurezza delle nostre città”.