“Dobbiamo immediatamente intervenire sui ritardi della pubblica amministrazione. Occorre invertire la rotta in modo strategico su questioni sulle quali finora non è stato fatto nulla. La legge che adeguò la norma regionale alla legislazione nazionale porta la mia firma nel 2011, da allora nulla più è stato fatto”. Lo ha detto l’assessore all’Economia Gaetano Armao, rispondendo agli imprenditori siciliani che oggi hanno denunciato una serie di ritardi e “soprusi” da parte della pubblica amministrazione nel corso di un incontro di Sicindustria a Palermo.
“Come Regione – ha annunciato Armao – non abbiamo gli strumenti che ha lo Stato, non abbiamo decreti leggi o decreti legislativi che ci consentirebbero molte modifiche snelle, così stiamo studiando un sistema per ridurre molte materie a livello regolamentare. Stiamo lavorando in questi giorni, con il mio gabinetto, per costruire una sorta di legge applicabile per una serie di discipline della pubblica amministrazione e del pubblico impiego per la semplificazione delle procedure per portare a livello regolamentare alcune discipline. Utilizzeremo questo strumento per risparmiare sui tempi”.
Sarà introdotto in Sicilia, ha proseguito Armao, lo strumento utilizzato dai francesi: il diritto all’errore, secondo cui un cittadino può sbagliare una volta verso la pubblica amministrazione, ma se recidivo dovrà pagare con pesanti sanzioni. E ancora: “Creeremo strumenti che consentano l’accessibilità del cittadino alla pubblica amministrazione ed eliminino le trafile burocratiche insopportabili, con un antidoto per la corruzione. Introdurremo sanzioni chiarissime per chi non fa bene il suo lavoro, che siano di stimolo per tutti”.
L’altra novità annunciata dall’assessore all’Economia riguarda un rapporto annuale sulla pubblica amministrazione. “Lo presenteremo ogni anno – ha detto Armao – e servirà come mezzo di confronto con i cittadini. Sarà una sorta di rapporto sul rendimento della pubblica amministrazione”.
Armao ha poi tagliato corto anche sul recepimento delle leggi dello Stato: “Non voglio più sentire parlare di leggi regionali che recepiscono le norme nazionali, è una perdita di tempo inutile. Ad ogni riforma statale non deve seguire una riforma regionale, si applicherà di volta in volta la normativa nazionale di riferimento laddove la nostra legislazione registri un vuoto”. (AGI)