Blutec: sul futuro troppe incertezze, protesta dei lavoratori a Roma

Esclusi dal tavolo tecnico al Ministero dello Sviluppo economico i sindaci del comprensorio e i parlamentari dell'opposizione

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“Dove sono finiti i 16 milioni di euro che servivano alla reindustrializzazione di Termini Imerese?”. E’ la scritta su uno dei cartelli esposti dal presidio dei lavoratori di Blutec sotto al Ministero dello Sviluppo Economico dove è stato convocato il tavolo sulle prospettive per la società dopo le indagini per malversazione di fondi pubblici che hanno portato all’arresto dei vertici, poi liberati. Un centinaio di lavoratori dello stabilimento siciliano chiuso dalla Fiat nel 2011 e dell’indotto, accompagnati dai sindaci, sono venuti a chiedere “lavoro e non assistenzialismo” sotto le bandiere di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil.

“Il lavoro è libertà” si legge su un altro cartello, mentre un terzo è rivolto al governo: “Avete assicurato un cambiamento – dice – anche del Mezzogiorno. Noi non abbiamo visto nessun cambiamento”. I lavoratori coinvolti dalla vertenza sono mille in Sicilia, inclusi i 300 dell’indotto, e circa 2 mila considerando tutti gli stabilimenti dal Piemonte all’Abruzzo e alla Basilicata.

Dal tavolo tecnico al Mise però non arriva alcuna schiarita. “L’incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo economico ha confermato lo stato di estrema difficoltà e di incertezza in cui versa l’azienda”, spiegano i sindacati, mentre all’esterno un centinaio di tute blu attendevano in presidio. E’ stato subito spiegato che sul sequestro si dovrà esprimere il Tribunale di Torino entro una ventina di giorni. Inoltre l’amministrazione giudiziaria si è detta impegnata a far proseguire l’attività produttiva, ma sta incontrando problemi finanziari e gestionali. In ogni caso l’amministrazione, se sarà confermata, avrà sei mesi per varare un piano industriale e per presentarlo al Tribunale”. A riferirlo Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm.

“Per salvarla – insistono i sindacati – occorre preservare le commesse esistenti con Fca, garantire la continuità degli ammortizzatori sociali e soprattutto trovare un nuovo investitore. In una situazione di carenza produttiva e di grave incertezza questi obiettivi possono essere perseguiti solo con una regia forte da parte del ministero dello Sviluppo economico e del Lavoro”. Le parti si rivedranno al ministero appena si pronuncerà il Tribunale di Torino.

“Abbiamo toccato con mano la grande incertezza che regna intorno al destino di Blutec. La Regione siciliana, come del resto oltre mille lavoratori si aspettano che il Governo nazionale e Fca facciano fino in fondo la propria parte”. Lo afferma l’assessore alle Attività produttive della Regione siciliana Mimmo Turano a conclusione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Blutec. “L’amministratore giudiziario di Blutec – continua Turano – è stato molto chiaro sui tempi dettati dalla legge per i piani industriali e considerato che non saranno brevi è indispensabile che da un lato Fca, che ha commesse per Doblò e auto elettrica, e il Governo nazionale che si è fatto garante nei confronti dei lavoratori mostrino in questo momento tutta la loro buona volontà per superare questa situazione di preoccupante stallo”.

Turano, che è stato delegato al tavolo del Mise dal Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci, ha proposto, al fine di mantenere l’interlocuzione con Fca, di allargare il tavolo all’azienda automobilistica. Sulla proposta c’è stata grande convergenza da parte dei rappresentati delle regioni Piemonte ed Abruzzo e dei sindacati presenti. “Come Regione siamo pronti a collaborare a qualunque iniziativa miri a garantire sviluppo e occupazione”, conclude Turano.

Esclusi sindaci e parlamentari dal tavolo tecnico

“Al tavolo di oggi al Mise abbiamo toccato con mano la grande incertezza che regna intorno al destino di Blutec. La Regione siciliana, come del resto oltre mille lavoratori si aspettano che il Governo nazionale e Fca facciano fino in fondo la propria parte”. Lo afferma l’assessore alle Attivita’ produttive della Regione siciliana Mimmo Turano a conclusione del tavolo al ministero dello Sviluppo economico sulla vertenza Blutec. “L’amministratore giudiziario di Blutec – continua Turano – e’ stato molto chiaro sui tempi dettati dalla legge per i piani industriali e considerato che non saranno brevi e’ indispensabile che da un lato Fca, che ha commesse per Doblo’ e auto elettrica, e il Governo nazionale che si e’ fatto garante nei confronti dei lavoratori mostrino in questo momento tutta la loro buona volonta’ per superare questa situazione di preoccupante stallo”. Turano che e’ stato delegato al tavolo del Mise dal Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci ha proposto, al fine di mantenere l’interlocuzione con Fca, di allargare il tavolo all’azienda automobilistica. Sulla proposta c’e’ stata grande convergenza da parte dei rappresentati delle regioni Piemonte ed Abruzzo e dei sindacati presenti. “Come Regione siamo pronti a collaborare a qualunque iniziativa miri a garantire sviluppo e occupazione”, conclude Turano.

“E’ vergognoso che i dieci sindaci e amministratori del territorio, a partire da quello di Termini Imerese, siano stati tenuti fuori dalla porta del Ministero dello Sviluppo Economico. Di Maio si è dimenticato dell’impegno che aveva preso con i primi cittadini a tenere con loro in tavolo permanente e a farli partecipare a tutti i tavoli? Perché ha fatto marcia indietro? I sindaci devono entrare e ascoltare con le loro orecchie o sarà un tavolo fasullo”. Lo dichiara il deputato del Partito democratico Carmelo Miceli. “L’incontro al Mise – prosegue Miceli – è atteso da oltre un mese e, dopo il sequestro dell’azienda, i lavoratori aspettano con ansia di avere risposte. Come si può pensare di trattare una materia così delicata senza coinvolgere le amministrazioni comunali? E ciò che più colpisce è che a tenere fuori i rappresentanti dei cittadini sia proprio il leader del Movimento 5 stelle, quella forza politica che, in campagna elettorale, predicava trasparenza e prometteva che avrebbe aperto i palazzi come ‘scatolette di tonno’ e che oggi al potere caccia i sindaci dalle riunioni istituzionali”.

“Il Movimento 5 Stelle è passato con grande velocità dallo streaming per la trasparenza alle segrete stanze dei bottoni con l’esclusione di sindaci e parlamentari di opposizione dal tavolo tecnico che riguarda Blutec”. Lo afferma la deputata nazionale di Fratelli d’Italia Carolina Varchi. “Con una motivazione risibile, infatti – sottolinea Carolina Varchi – mi è stato impedito di partecipare per sopraggiunto numero massimo di partecipanti. È di tutta evidenza che questo Governo, che tanto ha promesso ai lavoratori dello stabilimento e dell’indotto Blutec ex Fiat, non è all’altezza della situazione. In attesa che la magistratura di Torino si pronunci – aggiunge – la politica ha il dovere di individuare una soluzione per lo stabilimento di Termini Imerese: gli ammortizzatori sociali sono un atto dovuto, adesso si lavori per far ripartire la produzione e restituire a centinaia di persone la dignità di un lavoro per il futuro. Chi ha sbagliato deve pagare – conclude Carolina Varchi – ed FCA deve essere chiamata a rispondere delle proprie responsabilità, ma i lavoratori hanno diritto ad una soluzione”.