Nel centro direzionale dell’Anas della tangenziale di Catania, la Guardia di Finanza è intervenuta mentre un imprenditore, impegnato nella realizzazione e manutenzione di strade, stava consegnando la busta con il denaro a un direttore dei lavori dell’azienda delle strade, Riccardo Contino, geometra, di 51 anni, presente un altro dipendente dell’Anas, Giuseppe Panzica, geometra, di 48 anni. I due sono stati arrestati e condotti in carcere a piazza Lanza.
Nell’indagine è stato anche coinvolto il Rup (Responsabile unico del progetto) Giuseppe Romano, ingegnere, di 48 anni, che, invece, è stato condotto agli arresti domiciliari. Per tutti l’accusa è di corruzione. Il blitz dei militari è avvenuto grazie alle microspie che erano state installate nel centro direzionale Anas: alla base dell’accusa nei confronti dei tre dipendenti ci sarebbe un video. L’inchiesta è stata coordinata dai sostituti procuratori Fabio Regolo e Fabrizio Aliotta. Il gip che ha convalidato l’arresto è Giancarlo Cascino.
Gli arresti delle fiamme gialle si inseriscono in una più ampia indagine orientata a svelare l’esistenza di “rodati circuiti corruttivi all’interno dell’Anas di Catania”, si legge in un comunicato della procura etnea, che vedono coinvolti “funzionari responsabili della manutenzione programmata di strade e raccordi della Sicilia Orientale e imprenditori compiacenti”.
Oggetto dell’investigazione è “individuare gli appalti pubblici oggetto di dazioni di denaro in contanti operate da imprese affidatarie corruttrici, le quali eseguendo le opere assegnate loro senza rispettare i capitolati tecnici traevano un profitto criminale (anche fino al 20% del valore dei lavori appaltati) condividendolo con i funzionari corrotti dell’Anas preposti ai controlli di sicurezza della fase esecutiva e al corretto stato di avanzamento dei lavori (S.A.L.)”, si legge ancora. Proprio il rilascio dell’illecita certificazione del S.A.L., secondo quanto ricostruito, avrebbe determinato le dazioni di denaro dell’imprenditore corrotto a favore del sodalizio di funzionari Anas competenti per la vigilanza sull’arteria interessata dai lavori pubblici.
Il geometra Riccardo Carmelo Contino è capo del Centro manutenzione D dell’Anas – Area tecnica compartimentale di Catania, competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti arterie stradali: SS 114 Orientale Sicula (da Km. 54,400 a Km. 154,550), SS114dir, A18dir (diramazione San Gregorio-Catania), RA 15 (Raccordo Autostradale di Catania), A01 (Autostrada Catania-Siracusa), SS 194 (Ragusana), SS 193 di Augusta (SR); Contino ha anche ricoperto l’incarico di direttore dei lavori relativamente ai ‘lavori di risanamento della sovrastruttura stradale dal Km. 108+750 al Km. 122+00’.
Ed ancora il geometra Giuseppe Panzica è capo Nucleo B del Centro di manutenzione D dell’Area tecnica compartimentale di Anas Catania, competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti arterie stradali: SS 114 Orientale Sicula (da Km. 130,00 a Km. 154,550), A01 (Autostrada Catania-Siracusa), SS 193 di Augusta (Siracusa); Panzica ha ricoperto l’incarico di collaboratore nella Direzione dei Lavori relativamente ai ‘lavori di risanamento della sovrastruttura stradale presso SS 114 (Orientale Sicula) da Km. 130,00 al Km. 154,66’.
Infine, l’ingegnere Giuseppe Romano è responsabile Manutenzione programmata dell’Area tecnica compartimentale di Anas Catania, R.U.P. dei lavori pubblici oggetto d’indagine, il quale, riferisce la procura, ha reso un’ampia confessione svelando la rete corruttiva nella quale erano coinvolti anche altri funzionari dell’Anas e numerosi imprenditori.
Nel corso delle perquisizioni effettuate dai finanzieri nella sede Anas di Catania e in casa degli arrestati sono stati trovati e sequestrati contanti per 25mila euro circa, denaro, secondo la procura, “direttamente riconducibile alle più recenti dazioni corruttrici”. Le indagini, sviluppate anche attraverso intercettazioni ambientali e accertamenti bancari, hanno fatto registrare, il 17 agosto, un “eclatante fatto di corruzione perpetratosi negli uffici dell’Anas di Catania dove un imprenditore nisseno consegnava al geometra Panzica, nell’ufficio di Contino, una busta contenente 10mila euro in contanti oggetto di successiva frenetica ripartizione tra i 3 arrestati”, illustra la procura.
Le relazioni tra i pubblici ufficiali, dipendenti Anas e le imprese affidatarie dei lavori (anche in subappalto) stando all’accusa appaiono “confidenziali e compiacenti, in aperto dispregio dei rilevanti interessi pubblici in gioco consistenti, nel caso specifico, nella perfetta realizzazione delle opere di manutenzione dei tratti stradali, la cui sicurezza è affidata alla loro responsabilità”.
In una conversazione intercettata poco prima degli arresti, l’imprenditore corruttore, dialogando con Panzica, “dopo avergli palesato crescenti difficoltà nel reperire agevolmente denaro contante anche per l’esistenza di controlli anti-riciclaggio sui prelievi ingiustificati, chiedeva al geometra corrotto dove depositare la “mazzetta” – illustra la procura in una nota -. Il corruttore, sotto lo sguardo attento di Panzica, si alzava e poneva in un armadietto dell’ufficio di Contino, in una busta di carta bianca, 10mila euro in contanti. Qualche minuto dopo, rimasti da soli, Panzica e Contino, chiusa la porta a chiave, in maniera disinvolta, procedevano al conteggio dell’illecito profitto e, stabilita la ripartizione del bottino in tre parti, inserivano in una cartellina la quota spettante all’ingegnere Romano. Quest’ultimo, poco dopo, entrato nell’ufficio di Contino, intascava le sue “spettanze” corruttive, inserendo la cartellina incriminata nella sua valigetta e velocemente lasciava la sede dell’Anas”.
Il blitz delle fiamme gialle etnee ha permesso di trovare il denaro contante oggetto, secondo gli investigatori, del patto corruttivo: 3.300 euro nell’ufficio di Contino e 3.700 euro nell’ufficio di Panzica. L’ingegnere Romano, nel frattempo allontanatosi dalla sede dell’Anas, saputo dell’intervento in corso, prima di rientrare nel suo ufficio, come da suo racconto, dalla macchina in movimento, in via Nuovalucello, a Catania, lanciava dal finestrino i 3mila euro in contanti appena consegnati da Contino. In casa dell’ingegnere Romano, inoltre, sono stati trovati 18.200 euro in contanti “relativi a ulteriori tangenti intascate dal sodalizio criminale con il collaudato sistema – conclude la procura -. La brillante operazione interrompeva così il perpetrarsi di ulteriori azioni criminali tese a lucrare, una volta aggiudicata la commessa, sulla fraudolenta esecuzione dei lavori appaltati per la manutenzione delle strade siciliane”.
“Il sistema corruttivo riguarda moltissimi degli interventi di manutenzione programmata effettuati sulle strade della Sicilia Orientale. Sappiamo che da circa tre anni la loro esecuzione è stata scorretta. Siamo in una fase molto avanzata per individuare tutti i responsabili di questo sistema”. Lo ha detto il Procuratore di Catania Carmelo Zuccaro illustrando ai giornalisti l’operazione ‘Buche d’oro’.
“L’ampiezza del sistema corruttivo – ha aggiunto – emerge dalle ammissioni dei responsabili e di altre persone che spontaneamente si sono presentate per rendere dichiarazioni. Un sistema come questo che durava da diversi anni non deve lasciare stupiti gli operatori: sarebbe ipocrita da parte di pubblici amministratori addetti ai lavori dire che stupisce il sistema ampio di corruzione perché significa che si tratta di persone che o non capiscono nulla di quello di cui si dovevano occupare o che hanno veramente cercato di far di tutto per non sapere”. “A questi funzionari non corrotti e a quei pochi che non si sono fatti corrompere – ha concluso Zuccaro – si deve addebitare quantomeno la grave responsabilità di essersi voltati altrove per non vedere quello che era di immediata percezione”.
“I fatti accaduti sono gravissimi e inaccettabili. Anas è un’azienda sana, fortemente impegnata nel contrasto dell’illegalità ed in particolare della corruzione. Anas, oltre a condannare in maniera netta l’episodio garantendo che i responsabili saranno perseguiti con assoluto rigore, rafforzerà ulteriormente le misure interne di controllo per evitare il ripetersi di questi episodi di corruzione”. Lo dice l’ad di Anas Massimo Simonini dopo gli arresti di tre funzionari Anas a Catania. “Questi comportamenti – aggiunge – oltre a lasciare sconcertati, fanno soltanto male all’immagine di una società dove migliaia di persone lavorano ogni giorno con professionalità, sacrificio, spirito di servizio e onestà per fornire al Paese il servizio essenziale della mobilità sulla rete stradale e autostradale. Siamo fiduciosi nell’operato della magistratura e delle forze dell’ordine, con le quali collaboreremo attivamente per fornire ogni utile contributo all’accertamento delle responsabilità”. Anas ha subito avviato le procedure amministrative per l’accertamento delle responsabilità delle persone coinvolte per adottare provvedimenti.