Cefalù: nuovo reparto di emodinamica ed elettrofisiologia cardiaca al “Giglio”

Intitolato al giovane medico Aldo Naro, che il 14 febbraio del 2015, venne tragicamente ucciso al culmine di una rissa nel corso di una festa di Carnevale, in una nota discoteca di Palermo. Presenti Musumeci, con gli assessori Razza, Grasso, Cordaro e Lagalla e i genitori del ragazzo che avrebbe voluto diventare cardiologo

0
164

Un investimento di un milione e mezzo di euro per rinnovare i laboratori di emodinamica ed elettrofisiologia cardiaca, dotandoli delle più innovative tecnologie che consentono interventi sia in campo cardiologico che di radiologia interventistica.

Sono stati il presidente della Regione Nello Musumeci, l’assessore alla Salute Ruggero Razza, alla presenza degli assessori Roberto Lagalla, Bernadette Grasso e Toto Cordaro, del presidente della Fondazione Giovanni Albano, del sindaco Rosario Lapunzina, di altri sindaci delle Madonie e di numerose autorità civili e militari, ad inaugurare, in mattinata, nell’ospedale Giglio di Cefalù, il rinnovato reparto dedicato al giovane medico Aldo Naro, il cui sogno di diventare cardiologo, è stato spezzato il 14 febbraio 2015, a soli 25 anni, nel corso di una serata in un locale di Palermo, in cui resto’ vittima di una furibonda rissa.

“Nel 2019 – ha detto il presidente della Fondazione Giglio Giovanni Albano – abbiamo messo in cantiere investimenti per 18 milioni per rinnovare e ampliare, dopo 15 anni, il parco tecnologico dell’Istituto in modo da dare cure adeguate ai nostri pazienti e attrarre nuove professionalità. L’intitolazione del reparto ad Aldo – ha spiegato – vuol dare un segno di continuità al sogno di un giovane medico che sin da piccolo voleva fare il cardiologo, strappato purtroppo alla vita e ai suoi cari”. Alla cerimonia hanno preso parte anche i genitori di Aldo Naro, Rosario e Annamaria.

L’unità operativa di cardiologia, centro ‘hub’ nella rete per il trattamento dell’infarto in Sicilia, è diretta da Tommaso Cipolla, mentre il laboratorio di emodinamica è affidato a Mariano Becchina e il laboratorio di elettrofisiologia a Gabriele Giannola, cardiologo aritmologo.

“Possiamo oggi ampliare – ha spiegato Tommaso Cipolla – l’offerta terapeutica con interventi di complessità superiore rispetto agli attuali”. La cardiologia del Giglio di Cefalù è la prima in Sicilia per tempestività di intervento sia nell’infarto miocardico acuto sia in una forma particolare di infarto detto “Stemi” (dato Report Dasoe) e dispone di 20 posti letto di cui 1 di day hospital e 4 in Utic (terapia intensiva cardiologica); tratta, ogni anno, una media di 250 infarti di cui 100-120 Stemi, effettua circa 800 coronografie e 450 angioplastiche coronariche, impianta 300 device/anno tra pacemaker e defibrillatori, esegue circa 100 ablazioni. Sono 10 mila le prestazioni ambulatoriali l’anno, 1100 ricoveri in regime ordinario con un tasso di occupazione dei posti letto maggiore del 100 percento e un peso medio di 1,84. “La nostra cardiologia – ha concluso Cipolla – è un punto fermo della sanità siciliana con risultati lusinghieri certificati dal Ministero della Salute”.

“Oggi è una giornata di festa perché vediamo concretizzare un percorso lungo e faticoso che aggiunge un tassello importante ad una struttura all’avanguardia come il Giglio di Cefalù, una perla ospedaliera che lavora con grande impegno sulla qualità con un altissimo spessore del personale sanitario e non”, ha detto il presidente Nello Musumeci.

“La Regione mantiene un’attenzione e un impegno costante nei confronti della Fondazione Giglio che è e rimane – ha aggiunto Musumeci – un presidio di straordinaria importanza non soltanto per la sua collocazione geografica che abbraccia l’area delle Madonie e parte del territorio messinese, ma soprattutto per l’ottima reputazione di cui gode la struttura che ormai ha valicato i confini dell’Isola. L’inaugurazione dei nuovi laboratori e’ una buona notizia per tutti i siciliani, nella sanità stiamo facendo dei significativi passi in avanti con l’obiettivo finale – ha continuato – di azzerare l’emigrazione passiva verso il Nord, i viaggi della speranza di chi ha necessità di cure. Poter contare su strutture con una reputazione molto positiva come il Giglio di Cefalù è per noi la conferma che siamo sulla buona strada”, ha concluso Musumeci.

L’assessore alla Salute Ruggero Razza ha ricordato le tappe del percorso di crescita che hanno portato il presidio ai livelli attuali e l’impegno del governo Musumeci fin dal suo insediamento. “Il futuro della Fondazione Giglio è di proseguire nel processo di rinnovamento avviato – ha detto Razza -. Questo ospedale oggi deve essere calamita d’intelligenze per far tornare in Sicilia chi è andato all’estero. La sfida si deve vincere qui”.

Razza ha sottolineato che “da gennaio del 2018 sono stati oltre 1.400 i medici rientrati in Sicilia dal Nord Italia e dall’estero. Siamo molto interessati a far rientrare in Sicilia giovani medici che hanno acquisito qualità e competenze professionali fuori dalla Sicilia e se in due anni abbiamo raggiunto questi numeri lo si deve al fatto che abbiamo creato la rete amministrativa dei concorsi che ha consentito loro di rientrare”, ha spiegato Razza.

Ma tra gli obiettivi dell’assessore alla Salute c’è anche quello di limitare la mobilità verso altre regioni di pazienti siciliani. “Dal rapporto Svimez dei mesi scorsi – ha precisato Razza – siamo l’unica regione del Mezzogiorno che ha visto diminuire il numero di cittadini siciliani che hanno fatto ricorso a cure fuori regione ed è un segnale che fa comprendere come per i siciliani il sistema sanitario sia percepito in maniera più adeguata. E’un lavoro lungo, stiamo lavorando a un piano di contrazione della mobilità che metterà in campo tra 15 e 20 milioni di euro soltanto per il 2020 che viene accompagnato con l’innalzamento degli standard tecnologici e qualitativi e con una diffusione più ampia dell’offerta sanitaria su tutto il territorio”, ha detto Razza.

Razza: Un corso di laurea di medicina anche a Cefalù

“Lavoriamo per far aumentare il numero dei medici che possono essere formati in Sicilia perché siamo consapevoli della esigenza straordinaria per il sistema sanitario di professionalità e competenze e l’auspicio è che a Cefalù possa presto nascere, nelle regole del ministero dell’Università, un ulteriore corso di laurea”. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Salute Ruggero Razza. “E’ un lavoro lungo ed intenso – ha aggiunto Razza – è molto più veloce far correre il sistema sanitario che non quello universitario, lo abbiamo capito con i colleghi delle altre regioni quando ci siamo imbattuti nella necessità di aumentare il numero degli specializzandi in ospedale. Ma noi non demordiamo, le regioni italiane assommano la responsabilità dell’assistenza sanitaria e vogliono farlo insieme con il modello formativo universitario”.