Per Totò Cuffaro Orlando è come un fico d’India molle, Grasso un Bastardone. Non sono insulti gratuiti, ma scherzosi parallelismi tra il frutto spinoso e i due personaggi politici oggi protagonisti a Palermo e in Sicilia.
Intervistato da “il Fatto quotidiano” l’ex presidente della Regione ha usato tutte le sue doti ironiche per tratteggiare gli attori che si muovono nel panorama politico attuale. “Leoluca Orlando diventa sindaco a Palermo – fiore di giugno – e rischia di non diventare uno squisito Bastardone ma solo un fico d’India molle, uno di quelli che vanno poi a sfarinarsi” – dice Cuffaro che aggiunge: “tra le liste a suo sostegno, il 70 per cento di voti veniva da esponenti cuffariani”.
“Mentre Pietro Grasso – prosegue nel pezzo sul quotidiano-, attuale presidente del Senato, agognato quale candidato dal Centrosinistra per la presidenza della Regione, si guadagna le virtù del Bastardone. Trionfa su tutti i fiori caduti, sopravanza i frutti di giugno e però sottolineo che l’allegoria è augurale, complimentosa”.
Totò Cuffaro, pur affermando il contrario non manca di inviare in giro qualche messaggio: “Ho stima e rispetto di Grasso. Mi avvalgo però della facoltà di non consigliare. I miei consigli alle ultime amministrative hanno scatenato un casus belli, non voglio danneggiare una personalità quale quella dell’ex Capo Procuratore delle indagini che poi portarono alla mia condanna; posso solo ripetere: ha tutte le qualità, riconosciutegli anche, sebbene timidamente, da parte di quell’area centrista dove dialogano gli amici di Angelino Alfano, di Silvio Berlusconi, i centristi di Saverio Romano che sono andati male a Palermo ma che in Sicilia andranno di certo meglio e poi i Coraggiosi di Fabrizio Ferrandelli”. Un modo scherzoso ed elegante per dire che su Grasso potrebbe non essere assurda l’ipotesi di una convergenza dello schieramento che ha sostenuto Ferrandelli a Palermo.