“Che squallore questa protesta in Forza Italia in Sicilia. Tutti a dare sfogo a proprie frustrazioni che niente hanno a che fare con le buone ragioni della politica. Non ho sentito una sola voce sollevarsi per una seria analisi che riguardi il futuro. Solo rivendicazioni personali”. Lo afferma l’ex sindaco di Palermo, Diego Cammarata.
“Ho sempre pensato – aggiunge Diego Cammarata – che gli eletti in Forza Italia (compreso me naturalmente) non avessero alcun merito per la loro elezione (come è avvenuto oggi per gli eletti del M5S, di cui gli elettori del movimento per la maggior parte non conoscono neppure i nomi). Questo non significa che non vi fossero tra i prescelti persone di qualità ma questo non escludeva che vi fossero persone migliori che erano rimaste fuori. Le variabili che hanno determinato negli anni chi stava dentro o fuori sono state le più varie ma sono state sempre le stesse”.
E tra i “ribelli” che in questi giorni hanno protestato nei confronti della gestione del partito, Cammarata si rivolge a uno in particolare. “A Tonino D’Alì – continua Diego Cammarata – mi sento di dire che non è stato certo il miglior metodo di selezione ma non si può metterlo in luce soltanto quando, caro Tonino, si rimane fuori. Se le regole non ci stanno bene bisogna contestarle anche quando ne riceviamo benefici. Io nel 2001 fui eletto deputato e le scelte furono fatte con gli stessi criteri con cui rimasi fuori nel 2013. Non ho memoria per quelle elezioni di incontri per discutere “la composizione delle liste per rispettare le voci che arrivavano dai territori. Onestamente – prosegue Diego Cammarata – non ho neppure memoria di una protesta nel 2013 del senatore D’Alì (inserito allora in un comodo posto nel listino dei candidati al Senato) per rivendicare il diritto allo svolgimento di incontri di cui oggi lamenta l’assenza”.
“La classe dirigente siciliana di Forza Italia e gli eletti in qualunque consesso – continua Diego Cammarata – devono tutto a Berlusconi e naturalmente allo stravagante talento di Miccichè. Come sempre si riceve tanto ma non gli si dà valore ed invece si è pronti a voltare le spalle per l’ultima cosa non ottenuta. Se devo dire fino in fondo come la penso invece di sollevare questioni di leadership fortemente sospette sarebbe bene che in Forza Italia e non soltanto in Sicilia si avviasse una seria riflessione sull’offerta politica che deve essere fortemente rinnovata in mancanza della quale – conclude Diego Cammarata – tra qualche tempo non avranno più di cosa discutere”.
E se la memoria non ci inganna nel 2013, l’ex sindaco di Palermo non candidato alle Politiche ebbe a dichiarare, senza polemica nei confronti di alcuno, all’agenzia Italpress: “Per carità non parliamo di ingiustizie o robe del genere. Non ho rimostranze da fare nei confronti di nessuno. Da un anno – diceva Diego Cammarata – ormai sono fuori dalla politica attiva e devo dire che non si sta affatto male. Dissi allora e lo confermo adesso che la politica non è un contratto a tempo indeterminato. Ho altre splendide priorità, la famiglia, la professione e naturalmente l’insegnamento in una scuola meravigliosa con ragazzi e colleghi straordinari in un ambiente sano e sereno”.
Ha fatto il deputato nazionale, dal dicembre del 2001 al 2012 ha fatto il sindaco di Palermo, tante cose fatte, tante altre sbagliate che forse con il senno di poi non rifarebbe. E oggi c’è persino chi lo rimpiange. Va così.
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