“Gli investimenti nell’ammodernamento delle infrastrutture sono scesi del 40 per cento in 10 anni aggravando il divario nel Paese. Con questi ritmi ci vorranno oltre 400 anni per raggiungere la dotazione infrastrutturale del Paese e torneremo ai livelli di produttività del 2007 nel 2030, con una Sicilia invecchiata ed impoverita”. Lo dice Gaetano Armao, vice presidente designato della Regione siciliana del centrodestra in caso di vittoria di Nello Musumeci alle elezioni del 5 novembre e leader del Movimento dei SicilianIndignati.
“Il ‘patto per la Sicilia’ annunziato come panacea ma divenuto una speranza tradita dopo una lunga stagnazione – aggiunge Armao – avrebbe dovuto portare ingenti risorse per investimenti, ma utilizza in gran parte fondi già assegnati o spettanti alla Sicilia, senza conseguire la perequazione infrastrutturale”. “Mentre i finanziamenti europei, impiegati lentamente anche per i ritardi di agenzie ed imprese nazionali – spiega -, hanno perduto valore aggiuntivo essendo utilizzati in sostituzione dell’intervento di coesione economico-sociale dovuto dallo Stato per garantire eguaglianza”. In materia di infrastrutture, “oltre alla realizzazione delle opere funzionali al completamento del corridoio europeo (scandinavo-mediterraneo), a partire dal ponte Sicilia-Calabria – dice il leader dei SicilianIndignati – occorre puntare sull’ammodernamento delle strutture viarie, portuali e aeroportuali con il pieno utilizzo di risorse assegnate e l’approntamento di fondi aggiuntivi e alla rinegoziazione del ‘Patto per la Sicilia’, orientando le risorse prevalentemente agli investimenti infrastrutturali e mobilitando gli investimenti privati mediante finanza di progetto”. (AdnKronos)