Resta un giallo la morte della dj Viviana Parisi, sul cui corpo, trovato senza vita due giorni fa nelle campagne di Caronia, martedì sarà eseguita l’autopsia nell’obitorio dell’ospedale Papardo di Messina. Ma resta anche un mistero la scomparsa di suo figlio Gioele di 4 anni.
Viviana Parisi e Gioele erano scomparsi sette giorni fa sull’autostrada Palermo-Messina: lei è stata trovata due giorni fa morta, a un chilometro e mezzo da dove aveva abbandonato la sua auto, dopo avere lievemente tamponato un autocarro, fermandosi sulla corsia di emergenza.
Gli autotrasportatori hanno prima fermato il traffico per evitare che altri automezzi fossero coinvolti nell’incidente e poi si sono voltati verso la vettura: ed è in quel momento che hanno visto una donna andare via di spalle dopo avere scavalcato il guard rail.
Nessuno di loro, dopo essere stato sentito, ha potuto confermare la presenza del bambino: “non ci abbiamo fatto caso, non lo ricordiamo….”, avrebbero ribadito. Gioele era con la mamma o no? Se non c’era dove era? E se non era con la madre dove è stato lasciato? Forse a Sant’Agata di Militello dove Viviana Parisi è uscita dall’autostrada per una ventina di minuti per farvi rientro dopo?
All’ipotesi del suicidio della donna non credono i suoi familiari. Meno che mai il marito e la cognata. Neppure che possa, anche involontariamente, aver fatto del male al piccolo Gioele: “lo amava, era la sua vita”, ripetono i vicini di casa e i conoscenti.
Ma allora cosa è successo sull’autostrada Palermo-Messina sette giorni fa? Viviana, scossa per motivi personali o per uno choc momentaneo, ha avuto l’incidente vicino Caronia ed è scesa in fretta dall’auto. Ha imboccato un sentiero scosceso e pericoloso. Aveva con sé il figlio, come avrebbero raccontato a persone del posto dei testi, rimasti però senza volto, ma nel correre è caduta e ha sbattuto violentemente la testa per terra, perdendo i sensi in una zona frequentata da cinghiali. Uno scenario terribile, che coinvolgerebbe anche il piccolo che si sarebbe perduto. Se fosse stato con lei.
Ma di Gioele non c’è ancora alcuna traccia. Eppure la zona è stata battuta palmo a palmo, per un’aria di oltre 500 ettari da protezione civile regionale, vigili del fuoco, anche con squadre Saf e droni, polizia, carabinieri e guardia di finanza. A Messina in Prefettura è stato fatto il punto sulle attività di ricerca cercando di capire dove ampliarle o spostarle. Anche in questo caso saranno importanti le risposte che arriveranno dall’autopsia.
La squadra mobile di Messina sta continuando a cercare, coordinata dalla Procura di Patti che sulla vicenda ha concentrato tutti i suoi sforzi ribadendo che tutte le piste sono possibili, ma lavora nel più stretto silenzio per rispetto delle indagini e dei familiari della donna. Sono stati risentiti testimoni, amici e familiari per avere elementi utili a ricostruire la vicenda. L’obiettivo è la ricerca della verità, ma la priorità per tutti, al momento, resta una sola: trovare Gioele.