La sera del 14 febbraio, all’interno della discoteca Goa di Palermo si festeggiava il Carnevale, ed erano presenti in tantissimi quando Aldo Naro, il medico di 25 anni, venne ammazzato con un calcio. Ma solo dopo diversi giorni, un minorenne si consegnò ammettendo di aver colpito il giovane.
Tante incongruenze che non convinsero la Procura e infatti dopo le indagini svolte dai carabinieri, sono appena partiti dieci avvisi di garanzia, in corso di notifica in queste ore. Sette persone sono state iscritte per rissa, mentre altre tre devono rispondere di favoreggiamento. Anche la madre del giovane medico aveva sostenuto di non voler perdonare l’imputato proprio perché secondo lei proteggeva altre persone. L’informativa che i militari avevano consegnato qualche mese fa ai pm Carlo Marzella, Claudio Camilleri e Siro De Flammineis, che hanno coordinato l’inchiesta, conteneva delle intercettazioni e delle testimonianze dalle quali emergeva che il colpo fatale per Naro fosse arrivato al culmine di una rissa, ma anche che alcune persone avrebbero tentato di depistare le indagini, favorendo l’assassino. Grazie alle indagini meticolose dei carabinieri ora tutti sarebbero stati chiaramente identificati e finiti nel registro degli indagati.