Sono stati convalidati i fermi, disposti dalla Procura di Palermo, dei quattro scafisti dell’imbarcazione soccorsa dalla Guardia Costiera il 16 agosto scorso. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla tratta di uomini e al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di violenza sessuale, sono stati identificati grazie alle testimonianze dei profughi per giorni trattenuti sulla nave Diciotti della guardia costiera e finiti al centro di un caso politico-giudiziario costato l’iscrizione nel registro degli indagati del ministro dell’Interno Matteo Salvini e del capo di gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi.
I pm di Palermo hanno raccolto le testimonianze dei primi 13 migranti fatti sbarcare per emergenze sanitarie a Lampedusa e poi dei minori che, dopo giorni ,sono stati fatti scendere a Catania.
Nei prossimi giorni alle loro testimonianze si aggiungeranno quelle dei “compagni di viaggio” che, dopo un tira e molla conclusosi solo con l’impegno della Cei e di Albania e Irlanda ad accogliere i profughi della Diciotti, sono stati autorizzati dal Viminale a sbarcare.
Per i 4 scafisti, accogliendo la richiesta della Procura di Palermo, il gip di Messina, competente perché il fermo è scattato nella città dello Stretto, ha disposto la custodia cautelare in carcere. Dovrebbero arrivare venerdì a Palermo, poi, gli atti dell’inchiesta aperta dai pm agrigentini su Salvini e Piantedosi accusati di sequestro di persona e sequestro di persona a scopo di coazione, omissione di atti d’ufficio, abuso d’ufficio e arresto illegale.
La Procura del capoluogo, come prevede la legge, fatte le sue valutazioni entro 15 giorni manderà le carte al tribunale dei ministri, competente visto il coinvolgimento di un componente dell’esecutivo. Al fascicolo agli atti d’indagine i pm di Agrigento, che si spoglieranno del caso, hanno allegato una memoria in cui illustrano i profili giuridici della vicenda. (ANSA)