Morto Antonio Valentin Angelillo, fu allenatore del Palermo prima della radiazione

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antonio valentin angelillo

Se n’è andato Antonio Valentin Angelillo, bomber argentino di Inter, Roma e Milano e allenatore del Palermo nella stagione 1985/86. L’ex calciatore è morto all’età di 80 anni il 5 gennaio scorso, ma la notizia è stata tenuta nascosta dalla famiglia fino a ieri sera.

“Angelo dalla faccia sporca” era stato soprannominato l’argentino di origini lucane che totalizzò il primato di reti segnate in serie A con 33 gol. Angelillo a Palermo fu protagonista di un’annata sfortunata. Era arrivato per riportare i rosanero in alto, dopo la vittoriosa cavalcata coronata dalla promozione dalla C1 alla B. La squadra era stata trascinata da due giovani promesse, De Vitis e Maiellaro, ma il neo allenatore argentino accettò di buon grado la scelta della società di venderli.

Fu un approccio non gradito dal pubblico della Favorita, al loro posto arrivarono Vella, che non riuscì ad esordire a causa di un disturbo  cardiaco e Ronco. Di quell’anno i tifosi più maturi ricorderanno i portieri Paleari e Pintauro, i difensori Benedetti e Falcetta,  i centrocampisti De Biasi e Pallanch, gli attaccanti Sorbello, Di Stefano e Pellegrini.

Il Palermo non decollava e Antonio Valentin Angelillo fu esonerato, al suo posto tornò Nando Veneranda. I rosanero si salvarono all’ultima di campionato ma furono radiati l’estate successiva. In quell’anno l’avvocato Matta era subentrato al presidente  Roberto Parisi, ucciso dalla mafia a febbraio.

Angelillo, naturalizzato italiano grazie alle origini lucane del nonno, era nato a Buenos Aires, 5 settembre 1937.  Il bomber argentino arrivò all’Inter nel 1957, segnando subito 16 reti. Nella stagione 1958-59, Angelillo fa il record di 33 gol in un campionato a 18 squadre, cinque alla Spal in una sola partita. Nel 1961-’62, passa alla Roma per 270 milioni, nonostante i richiami del Boca, pronto a riportarlo in Argentina. Nel 1962 debutta anche in Nazionale ma poi non viene convocato per i Mondiali in Cile.

Chiude la sua carriera a Genova, dopo aver girato mezza Italia e vinto anche uno scudetto con il Milan dove era arrivato nel 1965, passando per Lecco e Napoli. Da allenatore ottenne i risultati migliori con l’Arezzo, la squadra della città toscana dove viveva, e dopo aver vinto una coppa Italia di C, porta gli amaranto in serie B e l’anno successivo la squadra lotta a lungo per passare in Serie A. E’ stato anche sulle panchine di Montevarchi, Chieti, Campobasso, Rimini, Brescia, Reggina, Torres, Mantova e Pescara. Da Arezzo, quando ha chiuso anche come tecnico, Angelillo ha lavorato come osservatore per l’Inter: a lui si deve, tra l’altro, l’arrivo di Javier Zanetti in nerazzurro.