Niente ripescaggio per il Palermo, il Parma resta in A, seppur con cinque punti di penalizzazione. E’ questa la decisione del Tribunale federale in merito alla vicenda dei messaggi whatsapp sospetti precedenti la gara Spezia–Parma, valida per l’ultima giornata dello scorso campionato di Serie B.
La Procura aveva chiesto per il club ducale due punti di penalizzazione da scontare nella stagione 2017/2018, che avrebbe significato permanenza nel torneo cadetto a vantaggio del Palermo o in alternativa sei punti di penalizzazione per la stagione alle porte mantenendo la permanenza nel massimo campionato.
Per Calaiò la richiesta era di 4 anni di squalifica e 50mila euro di multa. Ma le scelte dei giudici sono state meno severe della richiesta e l’attaccante è stato squalificato per due anni e condannato a pagare un’ammenda di 20.000 euro.
“Ebbene – si legge nel comunicato del Tribunale federale – alla luce dei principi testé enunciati, questo Tribunale ritiene provato che Calaiò, nell’inviare all’ex compagno Filippo De Col e Claudio Terzi i messaggi in questione, abbia posto in essere il tentativo di illecito previsto dall’art. 7, comma 1, CGS, irrilevante essendo che, nello specifico, a tutto voler concedere, questi possa essersi riferito unicamente alla propria incolumità fisica. E’ di tutta evidenza, invero, che anche la sollecitazione e/o l’invito ad omettere interventi di gioco sulla propria persona, ove accolta, possa ritenersi idonea, quanto meno in termini di tentativo, ad alterare l’andamento e/o lo svolgimento della gara”.