I pm della Dda di Palermo sentiranno oggi pomeriggio la deputata di Italia Viva Giuseppina Occhionero nell’ambito dell’inchiesta che ieri ha portato all’arresto del suo ex assistente Antonello Nicosia, accusato di associazione mafiosa nell’ambito dell’operazione Passepartout.
Insieme alla donna, che non è indagata, Nicosia entrava nelle carceri di massima sicurezza incontrando capimafia a 41 bis come Filippo Guttadauro e faceva da tramite tra i boss e l’esterno.
Sfruttando il suo ruolo di collaboratore della deputata Giuseppina Occhionero, Nicosia, esponente dei radicali italiani, per anni impegnato in battaglie per i diritti dei detenuti, in realtà tentava di fare ottenere benefici ai capimafia, dava consigli ai loro familiari su come evitare le telecamere durante i colloqui, arrivando finanche a farsi autorizzare dai padrini in cella le estorsioni.
Nelle intercettazioni Nicosia parla del boss latitante Matteo Messina Denaro come di un “Santo protettore” e propone alla parlamentare di chiedere del denaro ad una cooperativa che si occupava di madri detenute in cambio del silenzio su irregolarità scoperte durante le ispezioni in carcere. Sui suoi rapporti con Nicosia, assunto come collaboratore parlamentare nonostante una condanna a 10 anni per traffico di droga, dovrà riferire la parlamentare.