Palermo: omicidio di Natale Caravello, confessione del ventenne non convince

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Potrebbe esserci l’ossessione per una relazione respinta, i sentimenti non corrisposti, l’avversione del padre di una ragazza verso un presunto fidanzamento, dietro l’omicidio che si è consumato giovedì sera a Palermo, nel quartiere Brancaccio, dove un operaio Reset Natale Caravello, 46 anni è stato ucciso con due colpi di pistola.

A sparare è stato Alessandro Sammarco, 20 anni, nipote del boss Giuseppe Bronte, che si è presentato giovedì sera alla caserma dei carabinieri in piazza Verdi, accompagnato dal suo avvocato Corrado Sinatra, per confessore l’omicidio che però sarebbe ancora tutto da chiarire perché quella confessione sembra non convincere gli investigatori.

Il giovane ha raccontato che in via Matera c’è stata l’ennesima discussione finita in lite. Il sostituto procuratore Gianluca De Leo ha disposto il fermo del giovane che è stato portato in carcere.

“Mi sono consumato. Mi sono consumato”, ha detto agli investigatori Sammarco. “Era sconvolto – afferma il legale – mi ha raccontato cosa fosse successo e siamo andati insieme in caserma”. Poi l’interrogatorio è proseguito nelle stanze della squadra mobile palermitana che indaga. “Era una situazione che andava avanti da un anno circa. Il padre della ragazza si opponeva al rapporto con la figlia – sostiene l’avvocato -. Ieri, ha raccontato il mio assistito, mentre girava in moto per il quartiere è stato bloccato da Caravello. Gli si è parato davanti. Sammarco ha estratto la pistola e ha sparato ma ha precisato di non aver mirato. Era disperato e ha detto più volte che con il gesto di ieri si è rovinato la vita”.

La prima versione di un omicidio che sembrava nato dal divieto del padre del rapporto tra i due ragazzi. Ma per Francesca, figlia di Natale Caravello e sorella della presunta fidanzata di Sammarco, la verità è un’altra: “Mia sorella non era fidanzata con l’assassino di mio padre. Il ragazzo era ossessionato da lei a tal punto di stalkerizzarla, minacciarla, intimidirla, minacciarla di morte se non si fosse fidanzata con lui. Mia sorella lo ha sempre rifiutato ed è stato questo a far scaturire la gelosia di questo individuo. Perché nel suo cervello se non era sua non doveva essere di alcun altro”, ha scritto su Facebook .

“Mio padre è stato brutalmente ucciso solo per dare una dimostrazione che quando parlava diceva il vero – ha scritto – Sta di fatto che la dimostrazione l’ha data , ma ci ha rovinato la vita, non gli ha fatto nemmeno provare la gioia di accompagnarmi all’altare. Mio padre stava tornando a casa per cena, quando l’individuo ha sparato senza nessuna pietà proprio per ucciderlo. Io ancora aspetto i famosi cinque minuti di mio padre che doveva impiegare per tornare a casa. Ho solo dolore”.

La dinamica dell’omicidio di natale Caravello delitto raccontata da Sammarco non convince. Il ventenne ha riferito al pm di avere sparato mentre si trovava a bordo dello scooter. Una ricostruzione che lascia più di una perplessità visto che l’operaio della Reset è stato colpito in testa con due colpi di quelli sparati, una vera esecuzione. Sembra che ci sia stata una rissa e che uno dei due, forse Caravello, abbia lanciato una o più bottiglie d’acqua, che ieri sera sono state esaminate dagli agenti della scientifica. Le indagini sono ancora in corso per chiarire i contorni dell’omicidio.