Paziente morto dopo dimissioni, imputazione coatta a medico di Palermo

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Il provvedimento per omicidio colposo è nei confronti di Giovanni Di Marco sanitario del pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia, in relazione al decesso di Giovanni Maria Carroga avvenuto il 9 luglio 2010

Imputazione coatta per omicidio colposo a carico di un medico dell’ospedale “Villa Sofia” di Palermo, in relazione alla morte sospetta di un 62enne. Lo ha deciso il gip Fernando Sestito che ha accolto le richieste dei legali dei familiari, gli avvocati Mauro Barraco e Giampiero Santoro. E’ l’epilogo provvisorio di una vicenda che risale al 9 luglio 2010, quando Giovanni Maria Carroga in preda ad un fortissimo dolore toracico si e’ recato a mezzo 118 presso il nosocomio Villa-Sofia.

Qui e’ stato preso in cura dal medico del pronto soccorso Giovanni Di Marco il quale ha disposto accertamenti per verificare se ci fosse o meno un infarto in corso: i risultati dell’elettrocardiogramma lo hanno escluso. E’ stata cosi’ disposta radiografia all’addome per verificare una presenza o meno di gastrite: pur non riscontrando nulla, il paziente dopo quattro ore e’ stato dimesso senza diagnosi, con il dolore al torace in atto e il semplice consiglio di “mangiare in bianco” e di prendere il Perferalgan per attenuare il dolore. Cosi’ Carroga torna presso la propria abitazione di Villagrazia di Carini dove morira’ nella notte tra il 10 e l’11 luglio 2010. A fine luglio 2010 i familiari hanno presentano un esposto. 

Il consulente della procura, a seguito di esame autoptico, ha stabilito che la causa della morte era stata la dissezione della aorta; nella sua relazione, pur ammettendo che non era stata fatta da parte del medico una radiografia al torace, non vi era responsabilita’ medica, considerando altresi’ che era colpa del paziente che non si era piu’ presentato al pronto soccorso dopo la dimissione, nonostante il permanere del dolore.

E’ seguita una prima richiesta di archiviazione del Pm alla quale si sono opposti i legali, confortati dalla consulenza di Biagio Lettieri di Napoli, sostenendo la responsabilita’ sanitaria in quanto andava fatta una rx toracica la quale avrebbe dimostrato la dissezione dell’aorta e, quindi, all’80% il paziente si sarebbe salvato. Il gip ha accolto la opposizione disponendo entro sessanta giorni ulteriori indagini, in riferimento proprio alla mancata esecuzione di una rx al torace e alla dimissione del paziente senza una diagnosi, ma con la semplice prescrizione di farmaci solo sintomatologici e non terapeutici. Passano trenta mesi e il consulente del Pm deposita la nuova relazione tecnica che non risponde ai quesiti del Gip che dice no a una seconda richiesta di archiviazione e dispone ulteriori indagini.

Terza relazione a firma dei consulenti del Pm che sostiene che la rx al torace era stata fatta ma che era contenuta nella busta delle radiografie all’addome, che per dimenticanza non era stata repertata e che dalla stessa non si evince il benche’ minimo sospetto della dissezione della aorta. Terza richiesta di archiviazione e terza opposizione corredata da una consulenza tecnica che dimostra che la radiografia al torace e’ in realta’ una radiografia all’addome dalla quale si vede un pezzo di torace e che nonostante cio’ dalla stessa si evinceva la dissezione della aorta in atto.

Il Gip cosi’ dispone l’imputazione coatta nei confronti del medico e trasmette gli atti alla Procura per valutare eventuali responsabilita’ nei confronti dei consulenti della procura in ordine al contenuto delle loro relazioni tecniche.